Renzi: “I nostri finanziamenti trasparenti. Gli altri?”

di Redazione

Matteo Renzi FIRENZE. La “pax bersaniana” viene messa in pericolo da una nuova polemica. Mentre si attende la riunione di coalizione per discutere sulle regole delle primarie approvate dall’Assemblea nazionale, …

Matteo Renzi risponde alle teorie complottiste sollevate sui finanziamenti per la sua campagna per la premiership. Renzi taglia corto e sulla sua pagina Facebook chiarisce: “Riceviamo contributi da cittadini che possono essere dati attraverso la piattaforma www.adessopartecipo.it. Siamo per la rendicontazione online di tutte le spese. Ogni fattura del Comune di Firenze è sulla rete. Tutto trasparente, tutto chiaro. Per il momento siamo gli unici a fare così, ma spero che anche gli altri candidati facciano presto come noi”.

Ma la querelle sui finanziamenti non è l’unica tenere banco nel Pd del dopo-Assemblea. C’è anche la sfida tra due diverse correnti di pensiero del partito: i “montiani” e quelli che sono contro l’attuale premier. A lanciare la provocazione questa volta è Stefano Fassina che, dopo aver accusato il sindaco di Firenze di aver “copiato il programma democratico”, ritiene che “l’agenda Monti sia da rottamare”. E’ la linea europeista di rigore e austerità del professore a non essere condivisa dal responsabile economico del Pd, che auspica l’avvio di una nuova fase, incentrata sulla crescita e sul miglioramento dell’economia reale.

Di rincalzo a Fassina, il segretario del Pd Bersani precisa: “Bisogna assolutamente cambiare l’agenda europea. C’è un avvitamento tra austerità e recessione, e un distacco tra politica e cittadini che è un germe che sta girando in tutta Europa”. Ma serve anche una nuova agenda italiana “perché – ha proseguito Bersani – da solo non si salva nessuno”.

La tesi di Fassina ha mandato su tutte le furie Enrico Letta, sostenitore dell’attuale premier: “Si è passato il segno”, ha tuonato il vicesegretario del Pd dal suo blog, spiegando che “tra tante analisi di sistema, più o meno condivisibili, vi è una inaccettabile conclusione che appare in stridente contraddizione con tutto ciò che di positivo il Partito Democratico ha fatto in questi mesi, sostenendo il governo Monti o contribuendo a correggerne gli errori”. Secondo Letta, “le tesi espresse nell’articolo contro l’agenda Monti sono smentite nella realtà dall’impostazione che il Pd ha sposato e dalle scelte che Bersani ha compiuto, da ultimo anche con il chiarissimo, e ineccepibile, intervento in Assemblea nazionale”.

A dar manforte a Letta e alla corrente pro-Monti, anche Beppe Fioroni che ha affermato: “Avevo capito che il Pd era per la continuità dell’agenda Monti, introducendo elementi crescenti di solidarietà, e che riteneva il presidente Monti una risorsa. Di fronte alle parole di Fassina resto sgomento”. Il senatore Pd Stefano Ceccanti ha addirittura invocato un congresso del Pd: “Se il responsabile Economia e il vicesegretario dicono cose opposte, appoggiando il medesimo candidato, forse ci vuole un congresso non primarie di coalizione”.

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