ROMA. Alessandro Sallusti, il direttore de Il Giornale, non verrà salvato. Il ddl sulla diffamazione a mezzo stampa, infatti, verrà discusso alla Camera soltanto il 29 ottobre, cioè dopo che scadrà la sospensione della pene all’ex direttore diLibero.
Il parlamento, dunque, a differenza di quanto in tanti avevano annunciato, non si è mosso in tempo. La commissione Giustizia del Senato infatti non si esprimerà più in sede deliberante sul ddl, come chiesto da sei senatori. Si tratta di una materia troppo complessa ed è bene che il testo venga esaminato anche dall’Aula, è stato spiegato.
Per Sallusti, a questo punto, si potrebbero davvero spalancare le porte del carcere. E’ successo quello che immaginavo – ha spiegato Sallusti -. Questi politici cialtroni sono ipocriti e codardi. Ora la procura renda esecutiva la pena e mi venga a prendere. Sallusti è stato condannato a 14 mesi di reclusione per un omesso controllo su un articolo apparso sul giornale diretto da lui in merito alla questione di una ragazzina di 13 anni autorizzata dal Tribunale di Torino ad abortire.
Dopo l’approvazione in Commissione, il ddl dovrà essere approvato dalle Camera. Ma il 26 ottobre scadranno i 30 giorni di sospensione richiesti dalla procura di Milano per Sallusti.
A questo punto – continua il direttore – chiedo alla procura di trasmettermi l’ordine di carcerazione che non ho ancora ricevuto. Vorrei capire chi si prende la responsabilità di tenere questo ordine nel cassetto. Voglio che cessi questo trattamento anormale. Evidentemente non mi hanno mandato l’ordine perché non hanno il coraggio di renderlo esecutivo essendosi resi conto dell’errore che hanno fatto. Si vergognano.