ROMA. Sembra non esserci pace per la politica italiana: da destra a sinistra, passando per il centro, si spara a zero. Oggi è stata la volta di Daniela Santanchè che hatuonato contro il Pdl.
Dai microfoni di Radio24 prima, e del Tg4 poi, la Santanchè ha sentenziato: L’apparato è un cancro. Il Pdl non esiste più perché non esiste più nel cuore degli italiani. E’ stata un’ottima intuizione di Silvio Berlusconi, ma ora bisogna azzerare tutto, devono dimettersi Alfano e i coordinatori.
Devono capire che è un mondo finito. Perché non rinunciano subito alle cariche? Più si va avanti e più perdiamo consensi, ha detto. Immediate le repliche di alcuni esponenti del partito del Cavaliere. L’ipotesi avanzata da Daniela Santanché dichiara Fabrizio Cicchitto – è quella di distruggere totalmente il Pdl per dar vita non si sa bene a che cosa, in attesa di un’improbabile palingenesi fatta non si sa bene da chi.
Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato, replica: Se prevale la linea Santanché, io mi chiamo fuori. Il vice capogruppo dei senatori pidiellini descrivendo due linee nel partito. Una, enunciata dal presidente Silvio Berlusconi, di un progetto unitario di rinnovamento profondo del Pdl.
L’altra, la linea Santanché espressa anche sul Foglio, che prevede la rottamazione del Pdl, la liquidazione di Mario Monti e punta apertamente alla costruzione di un soggetto politico di plastica che concorra con Grillo in un’area fondamentalmente anti-sistema. Due linee legittime ma tra loro non compatibili. Quagliariello è disponibile a percorrere la prima strada, per la seconda, si chiamerebbe fuori.