GENOVA. L’irruzione alla scuola Diaz al termine del G8 di Genova del 2001 fu un puro esercizio di violenza da parte della polizia, di una gravità inusitata.
Si legge così nella sentenza lunga 186 pagine della Cassazione nelle motivazioni del processo Diaz. La gravità dei reati commessi dai funzionari della polizia, come quello della violazione dei doveri di fedeltà, delle calunnie e dei falsi, legittima il no al riconoscimento delle attenuanti generiche a favore degli imputati, si legge.
L’assoluta gravità – spiegano i giudici – sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi. I poliziotti che fecero irruzione alla scuola Diaz – si legge ancora nella sentenza si erano scagliati sui presenti, sia che dormissero, sia che stessero immobili con le mani alzate, colpendo tutti con i manganelli e con calci e pugni, sordi alle invocazioni di non violenza provenienti dalle vittime, alcune con i documenti in mano, pure insultate al grido di bastardi.
Per la Cassazione, lirruzione alla Diaz fu condotta con caratteristiche denotanti un assetto militare. L’esortazione rivolta dal capo della polizia, Gianni De Gennaro ad eseguire arresti, anche per riscattare l’immagine della polizia dalle accuse di inerzia scrivono i giudici – ha finito con l’avere il sopravvento rispetto alla verifica del buon esito della perquisizione stessa.