SANTARPINO. Il Consiglio comunale di lunedì 1 ottobre sarà ricordato per le cose fatte e dette dal presidente del Consiglio, Antonio Guarino, e dall’assessore al bilancio, Salvatore Brasiello.
Il primo ha confermato, ove mai cè ne fosse stato ancora bisogno, la propria inadeguatezza nel ruolo di Presidente del Consiglio, per i suoi continui errori nel condurre i lavori e dimostrando soprattutto di non conoscere il vocabolo super partes e il regolamento.
Il secondo ha dichiarato in consiglio che il confronto democratico e la dialettica politica sono un gioco delle parti, declassando la democrazia a sceneggiata. Se, poi, si aggiunge che sono stati letti due compitini irresponsabilmente cucinati per non rispondere a nessuna delle stringenti, puntuali e documentate richieste fatte dal capogruppo del Pd, Elpidio Del Prete, si comprenderà anche il perché, quando non arrivano le risposte politiche, il vuoto lasciato viene riempito da altri, perfino dalla magistratura penale.
Infatti, in questo consiglio comunale e nonostante le precise argomentazioni della minoranza, si è voluto, e solo in forza dei numeri, approvare il riequilibrio di bilancio in violazione della legge, si è proceduto ad una variazione di bilancio mascherata, con la stranissima proposta di delibera, zeppa di orrori ed errori, per il servizio di spazzamento affidato alla Multiservizi (la minoranza per senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori ha votato favorevolmente), un singolare regolamento Imu, imposta sulla prima casa, senza alcuno confronto con le associazioni ed i cittadini interessati.
Infine, i due capolavori: di fronte alla precisa richiesta del Partito Democratico di far conoscere al Consiglio forma e modalità della rinuncia all’indennità di carica (soldi dei cittadini) da parte del sindaco, in che modo e con quali criteri si erano individuate le associazioni beneficiarie della cosiddetta devoluzione, gli atti costitutivi delle predette associazioni, la tempistica, la quantità e le modalità dei pagamenti, la rendicontazione semestrale delle attività, non è stato chiarito alcunché, esibito nulla. Si sono limitati a leggere una noticina inviata al Prefetto, in cui sostanzialmente si sostiene che i soldi sono del sindaco (e non è vero) e ne faccio quello che voglio.
Poi, i presenti hanno origliato qualche paginetta scritta sull’attività gestionale di cinque anni della partecipata comunale, la EcoAtellana-Multiservizi, senza che venisse chiarito niente sulla situazione di crisi che non ha fatto pagare gli stipendi al personale e sulla oscura vicenda che ha portato alla nomina dei nuovi vertici dell’azienda, con l’originale tandem figlia-padre che vede una giovane fuori sede, quale Presidente, ai vertici della Multiservizi, che, nella sostanza, con un singolare atto, ha delegato il padre a governare la Partecipata comunale.
Va ricordato ai cittadini che per il Sindaco e il vecchio consiglio di amministrazione della Multiservizi pende giudizio penale presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per i reati di abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, nonché aver favorito tre soggetti privi dei necessari requisiti di professionalità e legati allo stesso (sindaco) solo da comune appartenenza politica (Udc).
Il gruppo consiliare del Pd