AVERSA. Abbiamo ricevuto alcune lamentele riguardanti larticolo, pubblicato il 20 novembre, sullesposto di un comitato di cittadini residenti in via Seggio contro gli schiamazzi dovuti alla movida nella zona.
A tal proposito, di seguito pubblichiamo una lettera di replicainviataci in redazione.
Ci teniamo a precisare che larticolo è il frutto, appunto, dellesposto inviato alla Procura della Repubblica dal comitato.Pertanto, rispediamo al mittente le accuse di chi, sicuramente per strumentalizzare la vicenda o per antipatie che vanno oltre la mera attività giornalistica, accusa la nostra testata di aver denigrato gli imprenditori della zona. Anzi, riteniamo che, oltre a noi, nemmeno i componenti del comitato abbiano nulla contro questi imprenditori.
Lobiettivo dellesposto riguarda i controlli, purtroppo ancora carenti, nonostante gli sforzi e le recenti ordinanze dellamministrazione. Controlli che chiedono a gran voce gli stessi commercianti che hanno dato nuova vita al centro storico, sullo stile del famoso Quartiere Latino di Parigi.
E, a proposito di imprecisioni, sottolineiamo che per quanto riguarda la storia delle pasticche nessuno ha assolutamente riportato che vengano spacciate nei locali.Non lo avremmo riportato anche se ciò fosse stato riferito dallo stesso comitato, poiché per pubblicare unaccusa del genere occorrono prove documentate. Ad ogni modo, accogliamo linvito di realizzare un servizio sul centro storico, presto lo faremo.
Ciò premesso, ecco il testo della lettera di replica:
Un testo oltraggioso che racconta con inesattezza e approssimazione le cronachedi unazona della città che, a parer di molti, conquista ogni giorno fama e risalto presso le opinioni pubbliche delle cittadine e dei centri urbani della Provincia di Caserta è del nord di Napoli.
Le inesattezze del testo riguardano l’abbandono di via Seggio da parte di chifa commercio diurno, a contestare il dato espresso dal giornalista sonoinfatti le numeroseattività e le imprese che hannotrovato sede nella storica strada del centro, da mesi oramai:arredo interni, imprese di servizi, design per la casa, alimentari e abbigliamento.
Segue alla suddetta un’altra inesattezza che riguarda l’uso presunto di stupefacenti da partedi chi frequenta la zona: visti i controlli delle forze dell’ordineche non hanno maiportato ad alcunarresto o sequestro di questo tipo di sostanze, ci si domanda su quali dati il giornalista abbia potuto abbozzare una definizione così precisa. Lo definisce scambio di pasticche, ignorandocon evidenzagli effetti che possonomanifestarsi con l’assunzione di questo genere di composto chimico.
E ancora schiere di giovani che creano pericolo per i residenti e per loro stessi: su questo argomento è in atto da tempo un lungo dibattito affrontato dagli imprenditori del Seggio, i qualiauspicano da mesi la realizzazione di una Ztl a partire dalla sera,chepermetta ai residenti di rientrare in auto a casa dal lavoro e renda inaccessibilela zonaai frequentatori dei locali notturni, così da stimolare per essi l’uso di mezzialternativi, l’uso delle gambe, e in più comportil’azzeramento dei gas di scarico ela riduzione dei rumori causati dai motori in transito.
E per dovere di cronaca (stimolo a cui con arguzia ha evitato di cedere ilvostro giornalista)che mi sento di dover raccontare il sentimento che coinvolge i commercianti tutti,solidalicon i residenti, essi sperano in unasoluzione democratica della questioneche tuteli il diritto al lavoro e quello di proprietà.Per mesi sono stati gli stessi commercianti ad effettuare pulizia costante dinanzi ai propriesercizi per mantenerel’igiene e il decoro della strada, essi si rendono ogni giorno disponibilia cercare la migliorsoluzione tesa all’equilibrio degli interessi pubblici e privati in questa società.
L’invito è rivolto formalmente anche al vostro giornalista, autore delle suddette uscite infelici, per un colloquio con l’altra parte in causa nella importante questione: clienti, imprese, lavoratori. Ci conceda la redazione di invitare il giornalista a recarsi in via Seggio, sprovvisto di sostanzechimiche al seguito (pasticche), al fine di evitare la trascrizione di nuove inesattezze che costringerebbero molti, tra persone fisiche e società, a convocare nelle opportune sedi legali l’impreciso giornalista
di Gaetano Marco Corvino