NAPOLI. Un drammatico sos per non far morire la scuola pubblica in Italia, per dare un messaggio forte che si rivolge alle istituzioni ma anche alle famiglie e agli operatori: “Dateci un futuro”.
Questo il senso di un documento stilato dagli studenti a favore delloccupazione che stanno attuando la protesta nel Liceo Scientifico Statale Cuoco di Napoli.
Noi studenti del liceo Cuoco è scritto abbiamo occupato la sede dellistituto per manifestare il nostro dissenso rispetto alle riforme varate dal Governo Monti e, in particolare, contro le riforme che riguardano le istituzioni scolastiche. Crediamo che il Governo tecnico sia espressione di antidemocrazia e che, invece di migliorare la situazione del Paese, motivo per cui e stato formato, abbia contribuito a rendere la situazione economica italiana disastrosa. Riteniamo vergognosi i tagli a settori cardine della societa italiana come la sanita e listruzione, mentre proprio in questi giorni sono stati stanziati 228 milioni di euro per la scuola privata, decisione che, secondo noi studenti, denota da parte del Governo Monti mancanza di etica e indifferenza verso listituzione della scuola pubblica.
Prosegue il documento: Critichiamo, inoltre, il testo che prevede norme di autogoverno delle istituzioni scolastiche statali che implicano il finanziamento da parte di enti locali e la gestione affidata a fondazioni che, dunque, entreranno negli organi di governo della scuola. Crediamo che questa trasformazione voglia mirare ad annullare la differenza tra scuola pubblica e scuola privata. Un sistema che secondo noi studenti favorira le scuole di citta rispetto a scuole di zone montane o rurali, le scuole delle grandi metropoli, le scuole del Nord dove vi e una maggiore disponbilita di denaro e le scuole i cui dirigenti hanno gia stretti rapporti con personalita che operano sul territorio locale. I ragazzi del Cuoco sono contrari a una gestione della scuola di tipo verticistico e non collegiale in cui il dirigente e organo monocratico insindacabile coadiuvato da un consiglio di amministrazione.
Pertanto, noi rappresentanti e studenti tutti ci impegniamo a preservare la nostra scuola e vogliamo dimostrare che questo nostro gesto estremo e proporzionale alla gravita del futuro della scuola pubblica. A muoverci sono soltanto i nostri ideali e non il desiderio di partecipare a un rito di occupazione che si manifesta nel mese di novembre, conclude il documento.