CASERTA. Tutti gli appelli lanciati ad oggi dai sindacati sono puntualmente caduti nel vuoto. Per i lavoratori che si occupano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti per conto del Consorzio Unico delle Province di Napoli e Caserta si profila un Natale difficile, …
… per non dire insostenibile. Sono, infatti, quattro le mensilità maturate e non ancora erogate. A denunciare il disagio dei lavoratori del comparto rifiuti, tramite una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, alla Prefettura di Caserta, alla procura della Repubblica, al Presidente della regione Campania e al presidente della provincia di Caserta e di Napoli, sono i sindacati che, purtroppo, non vengono presi in considerazione.
Abbiamo notizia spiegano i sindacalisti che per lennesima volta il commissario liquidatore deve reperire le somme necessarie per il pagamento degli stipendi arretrati. I sindaci sembrano essersi totalmente dimenticati dei lavoratori, tranne alcuni di loro che, per evitare di fare una brutta figura con la propria cittadinanza che paga regolarmente la Tarsu, invece di versare puntualmente la retta mensile per i servizi di igiene urbana erogati dal consorzio, pagano esclusivamente con lautorizzazione del commissario liquidatore il netto dello stipendio senza contributi pensionistici, creando disparità di trattamento tra i lavoratori stessi.
Per tale causa, dobbiamo aggiungere che, oltre alle mensilità non pagate ai dipendenti del Cub (Consorzio Unico di Bacino), gli stessi si ritrovano da oltre quattro anni senza posizione contributiva, senza tener conto che molti di questi dipendenti si ritrovano pignorati da parte delle finanziarie per il mancato pagamento delle rate già trattenute in busta paga per il quinto dello stipendio, abbandonando al proprio destino centinaia di famiglie.
Non possiamo fare altro che denunciare, per lennesima volta concludono i lavoratori del Cub – le condizioni di difficoltà in cui siamo costretti a vivere, arrivando addirittura ad un punto di non ritorno senza neanche i beni di prima necessità, come il pane per i propri figli. Pertanto, a partire dalla data odierna tutti i lavoratori non svolgeranno il servizio non per protesta o sciopero, ma per le condizioni che ogni giorno sono costretti a vivere mascherando anche con i propri figli la loro dignità.