NAPOLI. Domenica sera, nonostante la pioggia incessante, è successo qualcosa di incredibile, che non si era mai verificato nelle province di Napoli e Caserta.
25mila persone, dopo la messa di padre Maurizio Patriciello, hanno sfilato silenziosamente a Caivano, un paese di circa 35mila abitanti a cavallo tra Napoli e Caserta, per ricordare le vittime di tumore e leucemia della Terra dei Fuochi.
Un fiume in piena di donne, uomini e bambini che si è opposto così, sfilando in un silenzio assordante, alla logica di morte di un sistema che uccide indistintamente chiunque viva in quelle terre costrette a diventare discariche di rifiuti industriali smaltiti illecitamente.
Ognuno di loro aveva un cero in mano o un palloncino o la foto di un parente prematuramente scomparso non solo per tumore ma anche a causa di unepidemia strana. L’epidemia del silenzio.
Dal comitato Terra dei Fuochi riflettono: Non si deve avere consapevolezza di cose che sanno tutti. Non si deve essere consapevoli che nelle province di Napoli e Caserta l’aspettativa di vita è di due anni inferiore rispetto a tutte le altre province di Italia (dati Istat 2010). Non si deve sapere che la mortalità per tumori è aumentata del 47% (dati Istituto Pascale Napoli, ndr.). Non si deve sapere che nei supermercati quasi tutti cercano prodotti che non siano locali. Non si deve sapere che tutti abbiamo paura che i nostri figli e i nostri cari si ammalino.
foto di Vincenzo Viglione