CASTEL VOLTURNO. Madre e figlia erano sparite da otto anni e nessuno ne aveva avuto più traccia: dopo il ritrovamento dei loro corpi nel seminterrato dellapropria abitazione è in stato di fermo il marito di Elisabetta Grande e padre di Maria Belmonte.
Laccusa è quella di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Domenico Belmonte, questo il nome delluomo, 72 anni, era un medico in pensione, ex direttore sanitario del carcere napoletano di Poggioreale.Indagato per gli stessi reati anche lex marito della Belmonte, Salvatore Di Maiolo.
La macabra scoperta dei corpi delle due donne è avvenuta il 13 novembre, quando gli uomini della polizia scientifica hanno trovato in unintercapedine della villetta a Castel Volturno i due corpi. Durante la notte, l’uomoè stato interrogato per ore: magistratura e polizia hanno effettuato ulteriori approfondimenti, verifiche e riscontri. Subito dopo Belmonte è stato condotto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’indagine prosegue perché sono ancora numerosi i punti oscuri nella vicenda. In Questura diverse persone sono sottoposte ad interrogatorio in qualità di testimoni.
Nessuno aveva mai denunciato la scomparsa delle due donne perché, come aveva fatto credere il medico, condotto agli arresti, si erano allontanate volontariamente. I corpi, senza alcun segno di violenza, sono stati trovati, adagiati l’uno accanto all’altro, in un’intercapedine realizzata sotto il pavimento dellabitazioneper scongiurare problemi di umidità. Accanto agli scheletri alcuni documenti ritenuti dagli investigatori di estremo interesse.
A tenere desta l’attenzione sulla vicenda è stato Lorenzo Grande, fratello di Elisabetta, che ad agosto scorso ha esposto denuncia alla questura di Caserta, per poi coinvolgere la trasmissioneChi l’ha Visto?. Quando la Polizia scientifica si è presentata nella villetta dove vive la famiglia Belmonte, con appositi georadar, è avvenuto il ritrovamentodei cavaderinel seminterrato e dei documenti delle due donne scomparse. Ad occuparsi delle indagini è stata, in particolare, l’unità delitti insoluti costituita da specialisti del Servizio Centrale Operativo (Sco) e della Polizia scientifica, mentre a livello locale le attività investigative sono state condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, diretta dal vicequestore aggiunto Angelo Morabito, e dal commissariato di Castel Volturno, guidato dal primo dirigente Davide Della Cioppa.
VIDEO |
Prendo atto dell’iniziativa della Procura di Santa Maria Capua Vetere e ringrazio i media, e in particolare la trasmissione ‘Chi l’ha visto’ per l’impegno profuso rispetto al caso della scomparsa di mia sorella e di mia nipote, ha commentato Lorenzo Grande, lunico che si era attivato per avere notizie dei familiari scomparsi. Attendo fiducioso – ha aggiunto Grande – la rapida conclusione delle indagini e soprattutto l’individuazione dei colpevoli di questo agghiacciante delitto. Il fermo giudiziario del dottor Belmonte trova evidentemente riscontro nelle prime risultanze investigative. Confido che con l’aiuto del mio legale, l’avvocato Nunzio Raimondi, riusciremo a fare emergere tutta la verità e ad ottenere la condanna dei responsabili.
La vicenda della famiglia Belmonte è cominciata una ventina di anni fa, quando Domenico, all’epoca direttore sanitario del sovraffollato penitenziario napoletano, sentendosi forse minacciato, decise di trasferire la famiglia nella loro casa di vacanza a Baia Verde, sul litorale domizio. Tra quelle villette nascoste dalla vegetazione si sentiva più sicuro. Nella frazione di Castel Volturno la moglie – un’insegnante in pensione originaria di Catanzaro – e la figlia, con un matrimonio fallito alle spalle, avevano tentato di avviare anche un’attività commerciale che però non era andata bene, mentre Domenico Belmonte, di tanto in tanto, faceva ritorno nella casa che la famiglia aveva nel centro storico di Napoli.
Dal 2004 delle due donne si erano perse le tracce. Domenico, con le poche persone con le quali ha avuto contatti in questi anni, tra cui l’ex genero, aveva sempre detto che si trattava di un allontanamento volontario. E nel giardino ha lasciato per tutti questi anni anche la macchina della moglie. Lui, descritto come un professionista scrupoloso, ma da tempo visibilmente trascurato, non siera piùallontanato da Baia Verde. Vestito malissimo, usciva solo per curare il giardino. Tutti credevano fosse solo un uomo depresso, invece era il custode del “cimitero” che era diventato la sua villetta.