Gaza, slitta la tregua: altra notte di bombardamenti

di Redazione

 GAZA.Slitta la tregua a Gaza attesa per la mezzanotte di martedì. Fonti egiziane escludono a breve annunci di cessate il fuoco.

Israele, intanto, intensifica i raid sulla Striscia, mentre irazzi palestinesi uccidono un militare e un civile israeliani. Hillary Clinton spiega che si lavora per giungere a un tregua “nei prossimi giorni”.

La città di Gaza è emersa dopo quella che sembra essere stata la nottata di bombardamenti più pesanti dall’inizio dell’operazione israeliana “Colonna di nuvola”, otto giorni fa. Fonti mediche hanno aggiornato nelle ultime ore il bilancio delle vittime a 139. Il numero dei feriti supera il migliaio. I bombardamenti sono giunti dal cielo, dal mare e dalla artiglieria. Un importante edificio di governo di Hamas, il ministero della Sicurezza, è stato letteralmente raso al suolo. Colpite anche tubature di combustibile che passavano sotto al confine fra Egitto e Gaza. Per lunghe ore la Striscia è rimasta immersa in un’ oscurità totale.

Martedì migliaia di persone avevano abbandonato in fretta le proprie abitazioni in seguito ai precisi avvertimenti dell’esercito israeliano che restando nei loro rioni avrebbero messo a repentaglio la propria sicurezza. “Non abbiamo chiuso occhio tutta la notte”, hanno riferito. In queste ore a Gaza regna un clima di incertezza: da un lato vi è la speranza che un cessate il fuoco possa essere annunciato in giornata. Dall’altra esiste il timore che Israele possa inasprire ulteriormente gli attacchi.

Nell’infinito intreccio mediorientale, la speranza di una tregua a Gaza che nel pomeriggio di ieri sembrava a portata di mano è sfumata in serata quando si aspettava ormai solo l’annuncio ufficiale. “La tregua slitta a causa di Israele, dobbiamo aspettare fino a domani”, ha accusato un dirigente di Hamas, l’organizzazione islamica al potere nella Striscia che nel pomeriggio – assieme agli egiziani che stanno tenendo il filo delle trattative – aveva annunciato un cessate il fuoco alla mezzanotte di stasera. Una tregua che per la verità non aveva trovato nessuna conferma da parte israeliana (“stiamo ancora negoziando”), con il premier Benyamin Netanyahu che in serata ha accolto a Gerusalemme il segretario di Stato Hillary Clinton e che pretende garanzie stringenti per un cessate il fuoco.

Israele, che ovviamente diffida di Hamas, vuole ‘un garante della treguà, individuato nell’Egitto di Mohamed Morsi, come emerso dalle indiscrezioni sulle condizioni circolate tra ieri e oggi sui media. “Israele non ha ancora dato una risposta alle proposte”, ha fatto sapere in effetti Ezzat al-Rishq, uno dei dirigenti di Hamas troncando una ridda di voci e di mezze smentite che sono andate avanti per ore. Se il cessate il fuoco dovesse prevalere, l’obiettivo dell’offensiva diplomatica avviata sarebbe stato raggiunto. E l’Egitto del “nuovo” presidente Mohammed Morsi (che oggi ha avuto il terzo colloquio telefonico con Obama) potrebbe rivendicare il filo della mediazione, anche se nel pomeriggio si era esposto evidentemente troppo, annunciando entro stasera la fine della “assurda aggressione israeliana”.

Netanyahu, dal canto suo, nell’incontro con Ban aveva ribadito che lo Stato ebraico è fermo sulla richiesta di “un accordo lungo” che non duri – come ha aggiunto il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman – “una settimana o due”. Netanyahu non ha esitato a ricordare che se i razzi continueranno a cadere, Israele non rinuncerà a “brandire la spada” in una delle sue due mani. Mentre Hamas aveva invece subito rivendicato il successo ‘politicò della tregua: una fonte dell’organizzazione ha detto che è stata impartita “al nemico sionista una lezione che non dimenticherà mai”. Gli ha replicato l’ex portavoce dei governi Sharon e Olmert, Avi Pazner: “Tutti sanno che è Hamas ad aver subito un grossissimo colpo in questi 7 giorni di azione militare”.

Sarà l’accordo – quando e se verrà – a dare la cifra politica sull’esito della guerra: le intese che stanno prendendo corpo, secondo le prime informazioni, dovrebbero prevedere da parte d’Israele lo stop dei raid, ma pure delle esecuzioni mirate, degli sconfinamenti nella Striscia, delle operazioni di disturbo ai pescatori. Hamas e le altre fazioni cesserebbero sia il lancio di razzi contro lo Stato ebraico sia gli agguati alle pattuglie israeliane lungo la linea di demarcazione fra la Striscia e Israele. Sul terreno intanto si continua a combattere e anzi in serata si sono intensificati i raid sulla Striscia. Per tutto il giorno sono piovuti missili sul sud di Israele, molti di questi intercettati dal sistema difensivo Iron Dome.

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