Concordia, Schettino: “Tirerò fuori verità sconvolgenti”

di Mena Grimaldi

 ROMA. “Sto scrivendo un libro e senza fare sconti a nessuno tirerò fuori ciò che non vogliono venga alla luce”. Lo annuncia Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia naufragata all’Isola del Giglio il 13 gennaio scorso, in una lunga intervista in esclusiva al Giornale.

“Sul mio conto ormai leggo solo indecenti falsità – dice – ci sono prove, allegate all’inchiesta, che raccontano completamente un’altra storia e dimostrano come il sottoscritto non sia capitan codardo”.

“Non ho abbandonato la nave”, dice il comandante che parla di “prove snobbate, carte nascoste, registrazioni integrali divulgate volutamente in modo parziale” come la famosa ‘torni a bordo c…!’. Nessuno, dice Schettino, “ha fatto caso che quel celebre file venne fatto uscire proprio in coincidenza della decisione del Gip sul mio arresto”.

Per Schettino c’é “un’altra vittima di quella tragedia”, proprio il capitano Gregorio De Falco, “l’eroe, quello della telefonata”. Vittima perché “é finito in un gioco terribile più grande di lui e ha provato a giocare in modo non corretto”.

Nella telefonata, arrivata peraltro “a cose fatte e finite”. In più “si è inventato il mio tentato furto alla scatola nera”. Quanto all’abbandono della nave, Schettino spiega di non averla abbandonata ma di averla lasciata.

“Potevo scegliere se morire da stupido schiacciato dalla nave a venti metri dalla riva oppure aggrapparmi alla lancia per prendere il posto del manovratore in preda al panico e tentare di mettere al sicuro decine di persone. Ho scelto la seconda e ho condotto in salvo tante persone”. Nel naufragio della nave da crociera morirono 32 persone.

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