Ddl Sallusti, Senato dice sì al carcere per giornalisti

di Redazione

SallustiROMA. Sì al carcere per i giornalisti che diffamano. L’Aula di Palazzo Madama approva con voto segreto l’emendamento della Lega che prevede il carcere fino a un anno per chi diffama a mezzo stampa con l’attribuzione di un fatto preciso, …

… cioè “il caso più grave” precisa il leghista Sandro Mazzatorta, firmatario della norma. Lo scrutinio segreto era stato chiesto da una ventina di senatori.

Sono stati 131 i sì al carcere, 94 i no e 20 gli astenuti. “Questa norma passa con un voto anonimo – commenta il responsabile Giustizia dell’Idv Luigi Li Gotti – voi della Lega avete ottenuto un grande risultato politico”, aggiunge. Li Gotti dice sì alla richiesta di Luigi Zanda (Pd) di sospendere i lavori per capire come procedere ora sul ddl Diffamazione. Richiesta condivisa anche dal capogruppo dell’Udc Giampiero D’Alia. Il presidente del Senato Renato Schifani ha sospeso la seduta.

Con l’ok all’emendamento della Lega al ddl Diffamazione, che prevede il carcere fino ad un anno per i cronisti, il governo è stato battuto. Il sottosegretario alla Giustizia Antonino Gullo conferma di aver dato parere negativo alla proposta leghista dopo aver invitato il Carroccio al ritiro.

Protesta il segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi: “È un voto vergognoso quello dei parlamentari che, nascondendosi dietro il muretto a secco del voto segreto, hanno raccolto quei malpancisti i quali ritengono che la libera stampa debba essere punita e trattata con il pugno di ferro. A questo punto è del tutto evidente che non ci può essere una nuova legge coerente con la giurisprudenza europea e che questo progetto di legge non possa andare avanti”. “Ove accadesse – prosegue Siddi -, i forcaioli sappiano che dovranno pagare un conto salato alla reazione dell’opinione pubblica. Stavolta a non restare impuniti saranno proprio loro, come sempre capita per chi considera l’informazione un nemico da abbattere e non un presidio da tutelare per la libertà di tutti”.

Il vicepresidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, commenta: “In Parlamento il voto segreto è legittimo quando i regolamenti lo prevedono. Ma oggi, in Senato, la segretezza è stata usata come arma rancorosa contro la libertà di stampa”.

Il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, relatore del ddl Diffamazione, aggiunge: “Ormai questo provvedimento è su un binario morto. Ci sono altri tre voti segreti e quindi credo che non se ne faccia più nulla.Non mi aspettavo questo risultato perchè c’era un accordo politico tra Finocchiaro e Gasparri anche sugli emendamenti. È stato un voto trasversale contro la stampa”.

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