Dramma della follia nel Perugino: uccide i due figli e tenta il suicidio

di Antonio Taglialatela
 PERUGIA. Ha sgozzato i due figli di 8 e 12 anni, poi si è inflitto delle coltellate cercando di togliersi la vita. E’ accaduto martedì sera a Umbertide, in provincia di Perugia.

L’uomo, Mustafa Hajjiji, 44 anni, di nazionalità marocchina, è stato ricoverato all’ospedale di Città di Castello. Non è in pericolo di vita ed è piantonato dai carabinieri, in stato di arresto. Il duplice omicidio sarebbe legato alla mancata rassegnazione dell’uomo alla separazione con la moglie, di 34 anni, sua connazionale, che viveva da poco tempo con i figli nell’abitazione alla periferia della città dove è avvenuto il delitto. La donna, cameriera in un ristorante della zona, in mattinata era andata all’ufficio anagrafe del Comune per chiedere il trasferimento della residenza. Si era da poco separata dal marito, con cui aveva vissuto in una casa a Città di Castello.

Intorno alle 21 di martedì sera, l’uomo ha telefonato alla moglie, che era al lavoro, dicendole che voleva suicidarsi. Lei avvertiva immediatamente il 118, facendo inviare un’ambulanza a casa del marito, a Città di Castello, ma lì i sanitari e la stessa donna, giunta sul posto, non trovavano nessuno. Era ignara che l’uomo si fosse recato nell’abitazione di Umbertide, dove i due figli, Ahmed, 8 anni, e Jiahane, femminuccia di 12 anni, in quel momento erano da soli. Arrivavano anche i carabinieri e dall’esame delle celle telefoniche emergeva, infatti, che la telefonata era partita dalla casa della donna.

A quel punto, i militari si portavano subito a Umbertide. Ma era troppo tardi. Entrati nell’appartamento, rinvenivano i cadaveri dei due bambini, uno sull’altro, all’interno del bagno, dove si trovava anche il padre, ferito, che veniva trasportato in ospedale. Sui corpi dei due piccoli gli investigatori rilevavano una profonda lacerazione alla gola di entrambi, mentre l’uomo aveva dei tagli all’addome e alle braccia. Trovato anche il coltello presumibilmente utilizzato per il delitto. In casa si rinvenivano anche una parola scritta in arabo con il sangue e una lettera nella stessa lingua, che sarà tradotta dagli esperti e nella quale, probabilmente, l’uomo ha spiegato i motivi del folle gesto.

VIDEO (da Tuttoggi.info)

Dopo il ricovero in ospedale, il marocchino è stato dichiarato in arresto. Delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Mario Formisano, si occupano i carabinieri del comando provinciale di Perugia, agli ordini del colonnello Angelo Cuneo, insieme ai militari della compagnia di Città di Castello e a quelli della scientifica del reparto operativo di Perugia.

Sul movente, oltre alla separazione coniugale, si ipotizza anche una sorta di ritorsione dell’uomo nei confronti della moglie, che l’avrebbe minacciata perché non voleva indossare il velo islamico. Non è escluso che il marocchino si sia recato nell’abitazione di Umbertide per cercare proprio la donna, non sapendo che lei era al lavoro. Sembra che già in passato il marocchino, operaio edile attualmente disoccupato, era stato protagonista di maltrattamenti in famiglia: una volta i carabinieri erano dovuti intervenire nella casa della coppia per una lite, a cui era seguita una denuncia.

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