MILANO. Avevano sequestrato e minacciatoGiuseppe Spinelli e la moglie per usarli come intermediari e proporre a Silvio Berlusconi documenti “scottanti”, in cambio di 35 milioni di euro.
E’ successo nella notte tra il 15 e 16 ottobre scorsi, ma solo oggi, con l’esecuzione diarresti e perquisizioni in varie città italiane, la Questura di Milano ne ha dato notizia. Spinelli, 69 anni, era diventato famosoper essere colui che si occupava di pagare le “Olgettine”, come emerso carte dell’inchiesta “Ruby” (in cui il ragioniere non è coinvolto) che vede Berlusconi accusato dei reati di concussione e prostituzione minorile.
Gli agenti della polizia giudiziaria della Procura e della squadra mobile, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo, hanno arrestatosei persone. Si tratta di: Francesco Leone, pugliese di 51 anni, considerato specializzato in questo genere di reati, arrestato a Paliano (Frosinone), Pierluigi Tranquilli, 34 anni, residente a Olevano Romano (Roma), e Alessio Maier, 46 anni, residente a Malnate (Varese), e di tre albanesi di 33, 28 e 39 anni: Ilirjan e Laurenc Tanko e Marjus Anuta.
Il sequestro, secondo gli investigatori, è statoorganizzato dall’ex pentito barese, affiliato al clan Parisi, Francesco Leone. E’ lui che avrebbe offerto materiale informatico su magistrati, su Gianfranco Fini (definitoun uomo disposto a trafficare con la magistratura per rovinare Berlusconi),Carlo De Benedetti e il Lodo Mondadori.
Lunedì 15 ottobre, Spinelli era giunto a casa più tardi del solito. Giunto davanti alla porta del suo appartamento, veniva aggredito da alcuni uomini armati di pistole, che lo spingevano all’interno dell’abitazione, immobilizzando lui e la moglie sul divano, in attesa del capo della banda. Quest’ultimo arrivava a notte inoltrata. A Spinelli intimava di spiegare a Berlusconi l’importanza del materiale informatico, chiedendo in cambio 35 milioni di euro. Il ragioniere chiamava Berlusconi e i banditi se ne andavano. A quel punto, l’ex premier faceva intervenire gli uomini della sua scorta, che prelevavano i coniugi Spinelli dalla loro abitazione e li conducevano in una località segreta.
Il giorno dopo, martedì 16 ottobre, lo studio Ghedini-Longo, che cura gli interessi di Berlusconi, avvertiva dell’episodio la Procura di Milano. Del caso si occupava il magistrato Ilda Boccassini, interrogando Spinelli e la moglie e avviando le indagini. Grazie ad alcuni elementi, come le registrazioni delle telecamere di sicurezza e un’impronta digitale, ad un mese dal sequestro-lampo sono giuntigli arresti.
In realtà non avevano in mano nulla, ha detto l’avvocato Nicolò Ghedini, il quale ha precisato che non cera un ricatto ma che avevano sequestrato il ragioniere per avere in cambio da Berlusconi denaro. Spinelli ha raccontato il legale era talmente sotto choc che non riusciva a dire di essere stato rapito perché temeva della vita della moglie e della figlia. Era terrorizzato ha aggiunto perché era ancora sotto la minaccia di armi.