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ORTA DI ATELLA. Quando parlavamo di questione morale e della connaturata incompatibilità di Angelo Brancaccio ad esercitare la funzione di sindaco del nostro Comune, non ci sbagliavamo.
Avevamo, pure, detto che al peggio non cè mai fine!Nel corso del consiglio comunale di martedì 30 ottobre, lunica risposta politica che è stato capace di fornire costui alle gravi e del tutto legittime criticità finanziarie ed urbanistiche evidenziate, nel corso della pubblica assise, dai consiglieri di opposizione, è stata quella di zittire lopposizione con il solito metodo illecito dellintimidazione e delle minacce sottintese.
Già di questo, una persona perbene dovrebbe vergognarsi, ma la cosa grave è che il nostro sindaco ne fa un punto di forza, se ne vanta, pure, intimando, a mò di avvertimento, ai consiglieri comunali di opposizione e di fronte ai cittadini, che assistevano sgomenti, che non dovevano dimenticare che lui è lo stesso di quello di sei-sette anni fa.
Di questo, per la verità, non avevamo dubbi e, perciò, continuiamo a ripetere che il lupo perde il pelo ma non il vizio. È evidente che, al di là dei proclami di buone intenzioni, il capo dellesecutivo continua con lo stesso metodo di sei-sette anni fa, quando faceva politica dicendo: fai il bravo perché sappiamo con quale macchina cammini!.
Quando si dice che lesperienza insegna . . . evidentemente non a tutti!
Per quanto ci riguarda, non ci lasceremo intimorire da atteggiamenti del genere, che denunceremo, invece, con fermezza.
Porteremo le nostre proposte di risanamento urbanistico e finanziario partendo da un radicale rinnovamento della macchina comunale, sostenendo e praticando la più totale discontinuità con il metodo Brancaccio, che è laberrazione della politica.
Nel corso del consiglio comunale di martedì 30 ottobre, Angelo Brancaccio ha, infatti, scritto unaltra brutta pagina della storia di Orta di Atella.
Questa volta è toccato a Stefano Minichino, apostrofato in malo modo dallo stesso (che per definizione dovrebbe essere il primo cittadino), solo perché, durante un intervento squisitamente politico, avrebbe avuto lardire, secondo il sindaco, di invitare lassessore (privato di deleghe) alla cultura a non deriderlo per qualche congiuntivo sbagliato ma a seguire, piuttosto, il contenuto del suo intervento. Nulla che non rientrasse nei canoni di una dialettica democratica, anche se serrata, fra maggioranza ed opposizione.
Ma il sindaco Brancaccio, per fuggire dal confronto, aggredisce il consigliere Minichino, inneggiando allo scontro fisico ed apostrofandolo con epiteti indegni (verificare su youtube) che nulla hanno a che vedere con le funzioni pubbliche ricoperte.
Il tutto alla presenza di una muta maggioranza e di un Presidente del Consiglio imbarazzato e, ormai, sempre più inadeguato a ricoprire il ruolo di garante dellintero consiglio comunale.
In ogni modo, i consiglieri comunali e le segreterie politiche di opposizione esprimono la piena ed incondizionata solidarietà al consigliere Stefano Minichino che, con grande umiltà e spirito di sacrificio, così come gli altri consiglieri e le forze politiche di opposizione, ha anteposto il bene comune allinteresse privato, rompendo gli schemi del do ut des consolidatisi negli anni.
È giunto il momento di dire basta alla fantasia distorta di chi considera come un nemico da abbattere ogni cittadino che ha il coraggio di dissentire rispetto ad un sistema deragliato e sempre più lontano dalla legalità e dalla democrazia.
È una brutta storia da dimenticare presto!
I consiglieri di opposizione: Carlo Cioffi, Michele De Micco, Ermanno Guido, Stefano Minichino, Francesco Piccirillo, Giuseppe Rega, Giuseppe Roseto. Le segreterie politiche del Partito Democratico e Rifondazione Comunista