VILLA LITERNO. Dopo unassenza di oltre 11 mesi, Enrico Fabozzi venerdì 24 novembre è tornato tra i banchi del consiglio regionale della Campania.
Ad inizio di seduta ha preso la parola per raccontare la sua vicenda umana e giudiziaria (è stato in carcere per quasi un anno) e per spiegare le ragioni per cui ha deciso di restare nel parlamentino regionale.
Negli ultimi anni ha dichiarato Fabozzi si è creato uno squilibrio, via via sempre più evidente, tra la magistratura inquirente e la politica. Partiti ed esponenti politici hanno paura anche di esprimere la solidarietà umana rispetto a chi ha vissuto una vicenda come la mia. Mi ha molto rammaricato e deluso ha aggiunto il consigliere regionale – latteggiamento degli esponenti del Pd, mio ex partito, che in nome del giustizialismo hanno subito preso le distanze. Addirittura lallora capogruppo del Pd, Giuseppe Russo, ha dichiarato cose false affermando di avermi cacciato dal gruppo, mentre io già prima di essere indagato mi sono autosospeso, addirittura più di un anno prima del mio arresto. Fra laltro, proprio da Giuseppe Russo, che da consigliere comunale a Napoli è incappato in una vicenda giudiziaria, che si è conclusa con la prescrizione, durante la quale il pm aveva chiesto larresto, mi sarei aspettato un minimo di comprensione, mentre è stato proprio lui il primo a cavalcare la tigre del giustizialismo.
E proprio sul tema delle garanzie e della presunzione di innocenza, Fabozzi ha citato Sciascia. Lo scrittore siciliano avvertì di fare attenzione ai pesci piccoli della mafia, perché quando diventano collaboratori di giustizia dicono spesso bugie per accreditarsi nei confronti dei pm, come è avvenuto nel mio caso, con pentiti giovani che nella mia lunga carriera politica e di amministratore locale non ho mai conosciuto e mai incontrato.
Il consigliere regionale Fabozzi ha poi spiegato perché ha deciso di restare nel consiglio regionale: Chiunque abbia letto le carte giudiziarie sa bene che nei mie confronti sono state mosse accuse completamente infondate, non a caso
Il consigliere regionale ha concluso il suo intervento in aula annunciando il suo impegno a favore dei detenuti in carcere per piccoli reati: Ho constatato che in carcere ci sono per la maggior parte giovani accusati e condannati per reati legati alla droga, ai quali dobbiamo offrire la possibilità di un reinserimento sociale per evitare che possano continuare a delinquere. Chiederò ai mie colleghi di sostenermi in questa battaglia, se nessuno sarà disponibile, la condurrò da solo.