CASAL DI PRINCIPE. I carabinieri del nucleo investigativo di Caserta, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno arrestato sei presunti affiliati alla fazione Schiavone del clan dei casalesi.
Si tratta di: Romolo Del Villano, 51 anni; Massimo Diana, 35; Nunzio Clarelli, 34; Carlo Bianco, 45; Carmine Caterino, 52; tutti già detenuti, e di Mario Caterino, 21 anni, di Casal di Principe. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione, con laggravante del metodo mafioso.
Lindagine, che rappresenta il prosieguo di unaltra operazione che aveva portato, nel settembre 2011, allarresto di nove affiliati al sodalizio criminale, ha consentito di documentare lappartenenza al clan ed i ruoli dei singoli sodali e di accertare un ulteriore episodio estorsivo a danno di un rivenditore di automobili di Curti (Caserta).
Già nel maggio scorso era stato eseguito un provvedimento restrittivo nei confronti di 15 afifliari al clan che, oltre ad adoperarsi per il sostentamento degli arrestati, attraverso lerogazione dello stipendio ai rispettivi familiari, avevano sollecitamente provveduto a colmare i vuoi creati dalle ordinanze di custodia cautelare.
La mancata conferma del provvedimento da parte del Tribunale del Riesame nei confronti dei sei indagati ha richiesto ulteriori approfondimenti investigativi, puntualmente raccolti e poi confermati dalle dichiarazioni di Salvatore Venosa e del padre Umberto, nel frattempo divenuti collaboratori di giustizia. Il nuovo quadro giudiziario ha confermato lassoluta validità delle investigazioni, facendo comprendere levoluzione del cartello casalese dopo larresto dei due superlatitanti Antonio Iovine e Michele Zagaria.
Le dichiarazioni di Salvatore Venosa, chiamato ad assumere le redini del clan dopo larresto dei due boss,sono coincise con le risultanze investigative già in precedenza raccolte, sia per quanto concerne il reato di associazione mafiosa, contestato ai sei indagati destinatari delle ordinanze, sia in ordine ai reati compiuti, come nel caso della vicenda estorsiva al concessionario di Curti emersa da alcune conversazioni ambientali registrate nellautovettura di Mario Caterino.
Lestorsione viene attribuita dal collaboratore Salvatore Venosa al periodo Natale 2011 e Pasqua 2012 che vedeva lo stesso Venosa come mandante, avendo ricevuto, in qualità di collettore delle attività illecite del clan dei casalesi, proprio da Mario Caterino la lista degli imprenditori da estorcere, a sua volta acquisita dal padre Carmine, detenuto, in occasione di un colloquio in carcere. Esecutori dellestorsione, come emerso dalle indagini, furono Mario Caterino, Clarelli e Massimo Diana.