PYONGYANG. La Corea del Nord ha lanciato mercoledì mattina il razzo-missile e messo in orbita un satellite malgrado le pressioni della comunità internazionale.
Completata, per la prima volta, un’operazione del genere con successo – come ammesso anche dallo statunitense North American Aerospace Defense Command (Norad) – a sostegno della leadership del giovane Kim Jong-un e in onore di suo padre, morto un anno fa.
Immediata la reazione Usa, con la Casa Bianca che, annunciando “azioni appropriate”, ha parlato di atto “altamente provocatorio” che “minaccia la sicurezza dell’intera regione” e viola le risoluzioni dell’Onu, mentre Corea del Sud e Giappone hanno espresso “«dura condanna” su un atto “inaccettabile” e la Russia “profondo rammarico”.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha condannato il lancio che ha “violato la risoluzione 1874” attraverso un atto “tanto più deplorevole perché sfida la chiamata unificata e forte della comunità internazionale” e per le “conseguenze che l’atto provocatorio può avere su pace e stabilità”. A sorpresa anche la Cina, ultimo grande alleato di Pyongyang, ha criticato l’iniziativa e detto che la Corea del Nord «deve rispettare» le risoluzioni Onu che vietano l’uso di strumenti balistici. Secondo l’agenzia Nuova Cina, «le parti coinvolte dovrebbero mantenere la mente fredda e astenersi dal gettare benzina sul fuoco perché la situazione resti sotto controllo».
Il lancio, nel primo giorno di condizioni meteo favorevoli, è stato effettuato alle 9.49 (ora coreana, l’ 1,49 in Italia) su una rotta verso sud, con un primo stadio caduto nel mar Giallo e il secondo nelle acque del Pacifico a est delle Filippine, dopo aver superato l’isola di Okinawa.
“Le indicazioni iniziali sono che il razzo abbia rilasciato un oggetto che sembrava aver raggiunto l’orbita”, ha detto il Norad in una nota, i cui sistemi di allarme hanno confermato l’ipotesi di successo pieno dell’operazione da parte di Pyongyang. Il razzo, che la Corea del Nord ha spiegato di aver usato per il trasporto nello spazio di un satellite meteorologico, è però ritenuto essere da Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone un test di un vettore a lunga gittata, potenzialmente capace di colpire le coste del Nord America con tanto di testa nucleare.
“Il satellite è entrato nell’orbita prevista”, ha potuto annunciare trionfalmente la anchor sulla tv nordcoreana, con indosso il tradizionale abito (“joseonot2), e cancellando l’onta del fallimento del lancio di aprile, quando il vettore si disintegrò dopo meno di due minuti.