GROSSETO. Chiuse le indagini sul naufragio della Costa Concordia: gli indagati sono otto. Francesco Schettino, ex capitano della nave naufragata al Giglio il 13 gennaio scorso in cui persero la vita 32 persone, rischia fino a 20 anni.
Lo ha fatto sapere Francesco Verusio, procuratore capo di Grosseto, precisando che sono vari e complessi i reati che gli sono contestati. All’ex comandante sono stati contestati anche i reati di danno ambientale e abbandono della nave.
Gli atti saranno depositati in tribunale, a Grosseto e sono circa 50 mila pagine. Bisognerà attendere venti giorni, nel corso dei quali le difese possono depositare memorie o i risultati di eventuali inchieste.Gli indagati per il naufragio della Costa Concordia sono otto: erano saliti da dieci a undici a seguito dell’incidente probatorio.
E’ quanto precisa il Procuratore Capo di Grosseto, nel giorno in cui è stata notificato l’atto di fine inchiesta. All’inizio dell’inchiesta, i soggetti coinvolti sono stati nove, a cui si è aggiunto il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin, accusato dall’ex comandante Francesco Schettino di un errore ritenuto decisivo poco prima dell’impatto con gli scogli.
L’incidente probatorio e il proseguimento dell’inchiesta hanno sostanzialmente confermato quanto avevamo già ricostruito nel corso di un’indagine particolarmente complessa, ha commentato Verusio. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto, l’intera procura è stata impegnata in questa vicenda.
Ad ogni modo, la scatola nera ha ampiamente dimostrato che l’errore del timoniere, avvenuto pochi secondi prima dell’impatto con gli scogli, è del tutto ininfluente, ha concluso il procuratore.