ROMA. Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, ha lasciato nella mattinata di giovedì 27 dicembre il penitenziario, dove era richiuso dal 2 ottobre scorso. Il giudice gli ha concesso i domiciliari.
Il 18 dicembre la Corte dei Conti aveva emesso un provvedimento di sequestro per danno erariale nei confronti di Fiorito su beni per un valore di un milione e 717mila euro: si tratta di un immobile in via Catania a Roma, la villa di San Felice Circeo, tre abitazioni e quattro terreni ad Anagni.
Fiorito deve rispondere di peculato: secondo laccusa avrebbe sottratto circa un milione e 300 mila euro dei fondi destinati al partito. L’istanza di scarcerazione per Fiorito era stata presentata dal suo difensore, l’avvocato Carlo Taormina.
Con la stessa accusa di Fiorito a processo sono andati anche gli ex capi segreteria del suo ufficio, Bruno Galassi e Pier Luigi Boschi, stretti collaboratori dello stesso Fiorito. “Attendiamo serenamente il giudizio – ha detto Taormina – perché questa vicenda sia trattata come qualsiasi altro processo”.A firmare il provvedimento è stato il gip Stefano Aprile.Il processo per l’ex capogruppo Pdl alla regione Lazio è stato fissato con rito immediato per il prossimo 19 marzo.
Intanto nella stessa giornata è stato convocato, in seduta ordinaria, il Consiglio regionale del Lazio per esaminare tre provvedimenti, il primo dei quali è la temporanea sostituzione di Fiorito con il primo dei non eletti del Pdl nella Provincia di Frosinone, Adriano Roma.