“Il mondo che cambia” nel calendario storico dell’Arma dei Carabinieri

di Redazione

 ROMA. L’edizione 2013 del Calendario Storico è dedicata al terzo cinquantennio della vita dell’Arma dei Carabinieri, compreso tra il 1914 e il 1964, caratterizzato da grandi sconvolgimenti e mutamenti internazionali.

Attraverso due guerre cambiano l’Italia, l’Europa ed il mondo. Non muta l’impegno dei Carabinieri, i quali, fedeli ai loro valori, rimangono vicini al loro popolo, difendendone la libertà e garantendo, in situazioni di pace o di conflitto, la sicurezza e la legalità.

All’inizio del periodo trattato, è la Grande Guerra ad irrompere sulla scena europea con tutta la sua drammaticità. Ne è simbolo la trincea, una realtà fatta di quotidiani obbligati arretramenti e faticose riconquiste. E’ in questo contesto che il 2° e 3° Battaglione del Reggimento Carabinieri, al prezzo di tanti Caduti, si ricoprono di gloria nella conquista della cruciale “quota 240”, sulle pendici del Monte Podgora, dopo reiterati assalti all’arma bianca condotti contro un avversario superiore per numero e per armamento.

L’Italia torna alla pace e i Carabinieri riprendono la loro diuturna opera a tutela dell’ordinata convivenza civile. L’impegno costante dell’Istituzione, fondato su quel vincolo di fedeltà che ciascun Carabiniere stringe con la sua gente, è ricambiato affettuosamente dagli italiani che, a testimonianza della loro riconoscenza, consegnano a tutte le Stazioni la Bandiera Nazionale.

Con gli stessi sentimenti di gratitudine, tutte le municipalità sottoscrivono plebiscitariamente la realizzazione del Monumento al Carabiniere, collocato a Torino, città che aveva dato i natali ai militari “per buona condotta e saviezza distinti”.

Arma dei Carabinieri,calendario 2013 – VIDEO

La Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza e la Liberazione ritrovano l’Arma tenace ed eroica protagonista delle drammatiche vicende di quel periodo, sia su fronti lontani, sia sul suolo patrio. In terra d’Africa, a Culqualber, la strenua resistenza dei Carabinieri del 1° Gruppo Mobilitato, quasi tutti Caduti contro preponderanti forze avversarie, consente ad altri reparti di ripiegare su posizioni più sicure. A Eluet El Asel, il Battaglione Paracadutisti, mantenendo con fulgido ardimento il caposaldo assegnato, permette la salvezza delle truppe amiche, che riescono a sottrarsi al mortale accerchiamento avversario.

Quando il conflitto vìola il territorio italiano e la stessa Capitale è oggetto di ripetuti bombardamenti, il Comandante Generale, Azolino Hazon, e il suo Capo di Stato Maggiore, Col. Ulderico Barengo, non esitano a raggiungere il quartiere “San Lorenzo” per organizzare i soccorsi. Ad ucciderli è l’esplosione dell’ennesimo ordigno, un rischio che non aveva fermato il loro coraggio ed il loro ammirevole spirito di solidarietà. Altri fulgidi sacrifici punteggiano quel tragico tempo.

Il Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, a Torre di Palidoro, offre il suo petto affinché ventidue ostaggi siano liberi e scrive così una delle pagine più belle della Storia dell’Arma. Fedeli agli stessi valori, i Carabinieri Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti e Vittorio Marandola, a Fiesole, scelgono coscientemente di offrire il bene supremo della loro giovane vita e affrontano il plotone di esecuzione per sottrarre a una crudele rappresaglia la propria comunità.

Ben dodici, peraltro, sono i Carabinieri trucidati alle Fosse Ardeatine, riconosciuto simbolo del sacrificio di tanti italiani votati agli ideali di libertà e di amore per la Patria. Le pagine del Calendario si chiudono, quindi, con il riferimento ai quattro alberi piantati sul Monte delle Rimembranze, a Gerusalemme, in onore di altrettanti militari dell’Arma, “Giusti tra le Nazioni”, che avevano salvato dalla morte ebrei altrimenti destinati ai campi di sterminio. Al termine del conflitto, si conteranno in circa diecimila i Carabinieri deportati nei campi di concentramento, le spoglie di molti dei quali non faranno mai più rientro in Patria.

Sfogliando le pagine del Calendario, in sintesi, si entra in contatto con i grandi avvenimenti della Storia e con i tanti uomini che, con le loro azioni, le loro scelte e il loro eroismo, ci hanno lasciato un inestimabile patrimonio di valori cui tutti i Carabinieri, con legittima fierezza, attingono quotidianamente per proporsi quali fedeli e silenziosi servitori dello Stato.

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