ROMA. Stando al Papa, leutanasia, laborto e i matrimoni omosessuali sono le gravi minacce per la pace nel mondo: questo gli argomenti passati in rassegna nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà a gennaio.
Il Pontefice esorta a ricercare la pace, diffondendo i diritti fondamentali dell’uomo, quali quello al lavoro e alla libertà religiosa, e difendendo i valori della vita e della famiglia. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita, dice Benedetto XVI.
Attenzione particolare è stata riposta soprattutto alla questione dellaborto e delleutanasia, in quanto secondo il Pontefice, ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace, all’ambiente. Nemmeno è giusto – denuncia Joseph Ratzinger – codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii, che, basati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano e sull’abile utilizzo di espressioni ambigue, volte a favorire un preteso diritto all’aborto e all’eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita. negare laborto vorrebbe dire tutelate quindi il diritto alla vita dei più deboli.
Per Ratzinger, coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. Infatti, la fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace.
Quanto alla questione dei matrimoni gay, il Pontefice si esprime in questi termini: La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale – afferma Benedetto XVI e conclude – Questi principi – spiega il Pontefice – non sono verità di fede, nè sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità.
La pace non è un sogno, non è un’utopia: è possibile. Per diventare autentici operatori di pace – scrive il Papa – sono fondamentali l’attenzione alla dimensione trascendentale e il colloquio costante con Dio. Secondo il Pontefice, così l’uomo può vincere quel germe di oscuramento e di negazione della pace che è il peccato in tutte le sue forme: egoismo e violenza, avidità e volontà di potenza e di dominio, intolleranza, odio e strutture ingiuste.