SANT’ARPINO. Incandescente il clima che si vive in questi giorni nellIstituto Alberghiero di Cesa, sito in piazza De Michele.
Il rischio di chiusura della succursale dellIpssart Drengot – succursale di Cesa – nato il 1 settembre 2009, ha messo in agitazione i circa duecento alunni che dai comuni atellani frequentano listituto. Ad inizio anno scolastico le prime polemiche a seguito della decisione del Consiglio Comunale di revocare la concessione in uso gratuito alla Provincia di Caserta dellimmobile di proprietà comunale sede dellalberghiero.
La chiusura post natalizia era stata, quindi, paventata già a settembre, quando una nota della Provincia di Caserta annunciava che il 30 dicembre 2012 listituto alberghiero avrebbe lasciato Cesa. Oggi il problema si pone reale e allarmante. Una scuola, già costretta a sostenere doppi turni e rotazioni, rischia di chiudere totalmente i battenti. Negando il sacrosanto diritto allo studio agli alunni che chiedono spiegazioni alle istituzioni.
Siamo in una situazione tragica afferma una delegazioni di ragazzi visto che a fine anno dobbiamo sfrattare. Non sappiamo i motivi alla base di questa incresciosa decisione. È mai possibile che lAmministrazione Comunale in carica non fa nulla per assicurarci quanto meno di concludere lanno scolastico in corso? Noi ci siamo iscritti sapendo che la scuola per cinque anni sarebbe stata al sicuro. Ed invece oggi stiamo per subire un furto inspiegabile del nostro diritto allo studio. Non sappiamo al rientro delle vacanze di Natale dove sarà allocata la nostra scuola, se una nuova sede sarà mai trovata. Ci sentiamo trattati come studenti di serie B, e questo è assolutamente ingiusto ed anticostituzionale. Cosa ancor più assurda sapere che la struttura che oggi ci ospita è stata destinata dallattuale amministrazione a sede di una biblioteca e di attività ludiche e ricreative per anziani e bambini. Ora noi ci chiediamo con quali criteri e scelte politiche si può mai arrivare a tanto? Senza nulla togliere ai bambini ed agli anziani, in un momento di crisi per la scuola in genere non si sa fare altro che buttare benzina sul fuoco? Noi ci aspettiamo dalle istituzioni provinciali e comunali concludono gli studenti un atto di responsabilità che ci consenta di finire lanno scolastico in questa sede. Eventuali nuovi accordi e convenzioni dovranno caratterizzare il prossimo anno scolastico sapendo, comunque, di compromettere le sorti di un istituto che in pochi anni ha registrato un forte successo di iscritti da tutti i comuni atellani. Una scuola che si è posta come occasione non solo istruttiva e formativa ma occupazionale per tanti adolescenti che per la prima volta si sono affacciati speranzosi al mondo del lavoro. E di questi tempi non è poco.