Affetto da Sla,il ventilatore polmonare sarà sostituito

di Antonio Arduino

 AVERSA. La protesta di Ciro Lavagna va a segno. Affetto da sclerosi laterale amiotriofica, nota come Sla, aveva bisogno di un ventilatore automatico per superare indenne la notte perché, per la malattia di cui soffre, …

… i muscoli che premettono la normale respirazione da soli non ce la fanno, cosicché ha episodi di apnea frequenti e prolungati. Il ventilatore salvavita era arrivato, concessogli dall’Azienda sanitaria, ma l’apparecchio non era idoneo a soddisfare le sue necessità.

Come certificato dagli sanitari dell’Azienda Ospedaliera Monaldi di Napoli, specializzata in malattie polmonari, il ventilatore andava cambiato “per scarsa adattabilità ai parametri respiratori del paziente” come si legge sulla certificazione rilasciata l’8 novembre 2012 degli specialisti di quella struttura. Ovviamente Ciro ne aveva fatto immediata richiesta, trasmettendo la certificazione ai responsabili del settore dell’Azienda sanitaria locale ma senza successo.

“I funzionari del provveditorato che avrebbero dovuto disporre la sostituzione hanno affermato che quel ventilatore andava bene per mio marito”, diceva la moglie Pina che, nel segnalare il caso alla stampa mostrava la lettera-invito trasmessa al marito in risposta alla richiesta di sostituzione che chiedeva di portare paziente e ventilatore all’ospedale di Marcianise dove sarebbe stato valutato se e come adattare l’apparecchio. Questo, però, senza fissare la data del controllo che doveva essere prenotato come fosse una visita normale.

“Cosa che non era possibile perché le prenotazioni sono bloccate fino a tutto gennaio”, affermava Pina. Da qui la necessità di lanciare un appello dai media per sollecitare chi di dovere a creare una corsia preferenziale per Ciro che, senza respiratore, rischiava la vita ogni notte. “Tre giorni dopo la pubblicazione della notizia sono stata contattata e senza nemmeno portare il ventilatore è stato concesso il cambio dell’apparecchio”, racconta Pina che si dichiara soddisfatta per aver centrato l’obiettivo, ma indignata per avere dovuto mettere in piazza i suoi problemi per ottenere quanto spettava al marito di diritto.

Il servizio del 7 gennaio 2013 – VIDEO

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