Area ex Ctp: una piazza o insediamento abitativo?

di Nicola Rosselli

Imma LamaAVERSA. A decidere del futuro di piazza Crispi, se quell’area sarà effettivamente una piazza o meno, sarà il Consiglio comunale.

Questo, di fatto, quanto emerge dalla risposta dell’assessore Elia Barbato ad una puntuale interrogazione della consigliera comunale dell’FdA Imma Lama che mirava e mira soprattutto a fare in modo che in quella zona vi sia una piazza e non uno slargo con qualche edificio ad uso abitativo.

Una ipotesi che sono in molti a temere. Lama ricorda che “a seguito della sottoscrizione di un protocollo di intesa tra questo Ente e la Ctp, con deliberazione del Consiglio Comunalenumero 36 del 31 luglio 2003 veniva autorizzata la transazione della vertenza in corso tra le parti, circa la definizione dei rispettivi diritti di proprietà sull’area sita nell’attuale piazza Crispi in Aversa; che in esecuzione del predetto atto, nel gennaio del 2004 veniva stipulata tra le parti apposita transazione con la quale: al Comune di Aversa veniva riconosciuta la piena proprietà di parte del capannone industriale nonché il diritto di superficie su altra quota parte dell’area; alla Ctp veniva riconosciuta la piena proprietà della palazzina uffici esistente e della relativa area pertinenziale, nonché la proprietà del sottosuolo dove la stessa società aveva l’obbligo di realizzare un parcheggio interrato per una capienza di circa 500 posti auto; che sull’area di proprietà comunale, come definito nell’atto transattivo in argomento, questo Ente ha realizzato un immobile per funzioni direzionali e di servizio alle imprese, utilizzando un finanziamento regionale all’uopo ottenuto, nonché un intervento di eliminazione del vecchio deposito previa bonifica ambientale”.

Tanto premesso la consigliera ricorda “alcune dichiarazioni rese dal Sindaco, secondo le quali l’area adiacente al sito in questione sarebbe stata bonificata proprio al fine di consentire la creazione di un parcheggio a raso che potrà ospitare un centinaio di vetture” e pone all’amministrazione comunale tre precise domande: “che fine farà il parcheggio interrato che doveva essere realizzato in ossequio agli accordi intrapresi? Se si intende realizzare posti auto sull’area di sedime, che fine farà la tanto decantata piazza Crispi? E il rudere della palazzina uffici, attualmente posto al centro della piazza, che fine farà?”.

“A giudizio della scrivente, – conclude Lama – l’amministrazione comunale dovrebbe porre in essere tutte le iniziative necessarie affinchè lo slargo lungo il sito dismesso possa diventare a tutti gli effetti una vera e propria piazza, intesa quale luogo di ritrovo fra le persone di una collettività urbana interdetto al traffico veicolare. Anche perché il pensiero certamente valido del Sindaco di dare un impulso alla viabilità cittadina attraverso la realizzazione di posti auto a raso correrebbe il serio rischio di essere reso vano dall’utilizzo degli stessi posti da parte dei condomini che insistono sulla piazza. Per risolvere il problema della carenza di posti auto nella zona in oggetto, si dovrebbe, invece, continuare a seguire la strada dei parcheggi interrati. In questo modo, si ridarebbe un senso all’intestazione della piazza, con un ritorno di immagine per la nostra città”.

“Non siè stabilito ancora se si farà un parcheggio a raso, in ogni caso lo decideremo tutti assieme”, ha risposto l’assessore Barbato, che ha spiegato: “Il progetto di ristrutturazione della palazzina fu presentato, circa sei anni fa, fu rilasciato permesso a costruire che prevedeva parcheggi interrati e anche il recupero di quell’immobile. Quel progetto non è andato avanti, sono scaduti i termini e va, quindi, ripresentato. Al momento non possiamo sapere altro”.

Lama ha anche chiesto: “Visto che dovrebbe essere realizzato il recupero funzionale del rudere della palazzina uffici da parte della Ctp, è possibile che ci venga richiesto e, quindi, che possiamo concedere un aumento della volumetria rispetto a quella esistente?”.

Ed è stato risposto: “Il piano casa, che è stato prorogato, si attua per quanto riguarda gli articoli 4 e 5, quindi agli immobili a destinazione residenziale (stiamo parlando di ampliamento volumetrico del 20% o del 35% in caso di demolizione e ricostruzione). Invece, quell’immobile è a destinazione non residenziale e rientrerebbe nella casistica di cui all’articolo 7 che prevede la competenza esclusiva del consiglio comunale. Quindi in quel caso sarebbe il consiglio comunale a valutare tale opportunità”.

L’ultima domanda è relativa al possibile un cambio di destinazione d’uso per il rudere e Barbato risponde: “Un cambio di destinazione d’uso è possibile laddove lo preveda il piano regolatore generale, trattandosi di una zona B, ma è una fase puramente gestionale di cui risponde il dirigente proprio in applicazione del Prg”. Insomma, da profano, a parere dello scrivente, siamo vicini alla realizzazione di abitazioni in quella zona.

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