Che fine ha fatto l’area Pip?

di Antonio Arduino

 AVERSA. Centoventimila euro ogni anno, è quanto paga la città alla Cassa Depositi e Prestiti per coprire le rate del muto di 3 milioni 591 mila 441 euro concesso nel 2002 all’Ente per “costruzione, acquisizione, urbanizzazione dell’area in zona Pip”.

Una somma che la cittadinanza versa dal 2004 e continuerà a versare fino al 2023 ma senza avere realizzato quanto progettato. Parliamo della cosiddetta cittadella artigiana che doveva nascere nell’area di 42 mila metri quadrati di via Madre Teresa di Calcutta occupata, fino allo scorso 20 ottobre, dalla fiera settimanale. Eppure il 12 dicembre 2005 l’avvio dei lavori, necessari a realizzare l’insediamento produttivo, sembrava un dato di fatto. Ad annunciarlo era stato l’allora assessore alla programmazione complessa Nicola Galati.

“L’opera darà certamente una spinta notevole allo sviluppo economico della città e sarà il primo passo verso la totale riqualificazione della periferia nord di Aversa” dichiarava in proposito, annunciando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del bando di gara necessario ad affidare in concessione la progettazione definitiva ed esecutiva del complesso che avrebbe occupato sia l’area sede del mercato settimanale sia la parte retrostante e quelle confinati dai due lati.

Prevista la realizzazione di più di sessanta capannoni industriali, uffici, abitazioni di servizio, locali commerciali, parcheggi pubblici, verde, rete viaria, infrastrutture, servizi e sottoservizi. Il tutto a costo zero per il comune perché le opere, il cui importo complessivo sarebbe stato di circa 25 milioni di euro, sarebbe stato a carico della società vincitrice del bando. Che avrebbe realizzato a proprie spese tutte le opere ottenendo, quale corrispettivo della concessione, limitata ad un massimo di trent’anni, i proventi ricavati dalla vendita dei capannoni e dei lotti industriali che avrebbe realizzato, nonché i canoni di locazione relativi alla quota di immobili gestiti in diritto di superfice.

Naturalmente l’amministrazione avrebbe impedito ogni tipo di speculazione perché lotti e capannoni sarebbero stati assegnati, in proprietà o in locazione, sulla base di uno apposito regolamento approvato dall’Ente che aveva anche fissato il prezzo massimo, al metro quadrato, sia per la vendita sia per la locazione. Dopo una serie di vicissitudini il 14 f4bbraio 2011 la gara fu espletata e assegnata in via definitiva all’unica ditta che aveva risposto al bando, la ditta G & D Prefabbricati s.p.a. di Castilenti in provincia di Teramo Ma dei lavori necessari a realizzare la cittadella artigiana nemmeno si parla. Perché?

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