Parco Pozzi, coppietta picchiata e rapinata

di Livia Fattore

 AVERSA. No, non aveva paura di perdere il cellulare e quelle poche decine di euro che aveva nel portafoglio. Paolo (nome di fantasia) aveva soprattutto timore che potessero fare del male alla sua fidanzatina.

Il posto isolato e il buio, oltre che la forza straripante, sette o otto contro due, avrebbe potuto consentirlo. Invece, il branco si è accontentato del bottino materiale, scomparendo, inghiottito dal buio, così com’era arrivato. Ancora una volta il Parco Pozzi è teatro di una rapina.

Ancora una volta a rimanerne vittima due giovanissimi, lui 18 anni da qualche giorno, lei minorenne, in cerca di qualche momento di intimità, nemmeno tanto nascosta. Erano, infatti, seduti su una panchina dell’ex campo profughi, poco dopo le 21 di domenica. Un orario per niente notturno. Ancora una volta ad agire come sempre accade, e spesso oramai nemmeno denunziato, soprattutto se non ci sono duplicati di documenti da richiedere, il branco.

Un branco fatto di giovanissimi, quasi certamente composto da minorenni, che si unisce, si da forza con il numero e scegli gli obiettivi tra i più indifesi. Domenica sera hanno visto quei ragazzini scambiarsi qualche carezza nel Parco, si sono avvicinati in silenzio e nel buio (dai primi accertamenti pare che, così come avvenuto altre volte, abbiano chiuso l’interruttore dell’illuminazione) li hanno circondati. Tra i sei e gli otto ragazzi che, scaldacollo e cappellini a nascondere il volto, hanno intimato alla coppietta di consegnare cellulari e portafogli.

Per convincerli hanno anche spintonato i due, infliggendo un paio di schiaffi al giovane malcapitato. Si sono, poi, allontanati, eclissandosi nel buio da loro stessi provocato. I ragazzi, visibilmente scossi, hanno avvertito i genitori e questi, una volta giunti sul posto hanno dato notizia della rapina ad una pattuglia di vigili urbani in servizio all’ingresso dell’isola pedonale di via Sanfelice e ai carabinieri della locale stazione che stanno indagando sull’episodio.

Quello della sicurezza del Parco Pozzi è un problema non nuovo, tanto che la precedente amministrazione aveva realizzato alcuni locali per ospitarci un drappello di polizia municipale, con il duplice obiettivo di salvaguardare il parco e gli arredi e di assicurare l’incolumità di quanti lo frequentano. L’altra sera, una pattuglia di vigili urbani, in strada sino alle 24 grazie alla decisione adottata dal sindaco Sagliocco, era transitata nell’area del Parco Pozzi con le luci di ordinanza accese, solo una mezz’ora prima della rapina, tra il plauso dei presenti. Ma, ovviamente, è, di fatto, impensabile che vi possa essere una sorveglianza “h24” sull’intera area, lasciando scoperte altre zone calde della città. Insomma, il Parco Pozzi, quando calano le classiche prime ombre della sera, diventa terra di nessuno.

La ventilata sicurezza non riesce ad essere assicurata anche perché l’illuminazione non è sufficiente e la videosorveglianza, di fatto, non esiste. L’intero perimetro e anche l’interno del Parco, infatti, non sono interessati da videocamere di sicurezza, fatta eccezione per il varco d’ingresso principale, ossia quello che si affaccia su via Filippo Saporito. Di conseguenza, l’intera ampia area interna e i due ingressi di via Lennie Tristano e di via Gaetano Andreozzi sono sottratti a qualsiasi controllo.

Da parte sua, il sindaco Giuseppe Sagliocco sottolinea come quell’area sia all’attenzione dell’amministrazione che nel progetto di riqualificazione, nell’ambito dei Più Europa, ha previsto l’installazione di telecamere e il potenziamento dell’illuminazione. Sulla questione sicurezza in città da registrare anche l’intervento del consigliere comunale del Partito Democratico, Marco Villano, che ha dichiarato: “Il sindaco Sagliocco ha fatto della sicurezza la sua bandiera. Dobbiamo, purtroppo, registrare che in zone come il ‘rione ferrovia’ o all’interno del Parco Pozzi poco o niente è cambiato. Crediamo sia importante assicurare l’incolumità degli aversani che transitano, quando è buio, per il Parco Pozzi. Del resto, l’area è utilizzata anche di sera sia dai giovani che da diversi sportivi che praticano footing in quello che attualmente è l’unico polmone verde cittadino rimasto”.

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