Omicidio Rea: Salvatore uccise per rapporto sessuale negato

di Mena Grimaldi

 TERAMO. Un “No comment” accomuna difesa e parti civili nel processo per la morte di Melania Rea, che vede imputato il marito, il caporalmaggiore Salvatore Parolisi.

Mercoledì sera, infatti, le motivazioni del gup di Teramo, Marina Tommolini, che ha condannato a ottobre scorso all’ergastolo Salvatore Parolisi sono state depositate. Ma ne i legali del caporal maggiore (Valter Biscotti e Nicodemo Gentile) ne il legale della famiglia Rea (Mauro Gionni) hanno ancora avuto copia ne hanno avuto possibilità di leggerla per capire cosa abbia convinto il gup Tommolini a condannare al carcere a vita il sottufficiale.

Le motivazioni di condanna di Parolisi sono contenute in 67 pagine in cui il gup farebbe emergere come la prova fattuale della colpevolezza sia più forte di quella scientifica. Quel delitto sarebbe la risposta al rifiuto di Melania ad avere un rapporto sessuale al bosco delle Casermette dove la coppia si sarebbe diretta il giorno della scomparsa di Melania spostandosi da Colle San Marco.

La donna doveva fare pipì e si era nascosta dietro al chiosco; il marito avrebbe voluto avere un rapporto sessuale, ma Melania avrebbe rifiutato scatenando la sua ira culminata con le 35 coltellate mortali. Un rapporto sessuale negato, dunque. Sarebbe questo il motivo che ha spinto Salvatore Parolisiad uccidereMelania Rea.

Le motivazioni della sentenza di condanna emessa dal Giudice dell’Udienza Preliminare nei confronti del caporalmaggiore, del resto, parlano chiaro. Nelle motivazioni, il giudice Marina Tommolini sottolinea come le contestazioni dell’accusa siano fondate su una questione ben precisa. Un rapporto divenuto “impari”, con Melania “figura dominante”.

Parolisi non avrebbe avuto alcuna intenzione di lasciare Melania e che si sarebbe effettivamente recato con la moglie a Colle San Marco, per poi però spostarsi a Ripe di Civitella. Laricostruzione racconta che la famiglia è arrivata sul pianoro intorno alle 14.40, poco dopo l’arrivo al chiosco di Colle San Marco di Ranelli. L’unico testimone della presenza dei Parolisi nel bosco.

“La piccola Vittoria veniva fatta dondolare nell’altalena dei grandi poiché, essendo Melania particolarmente igienista, forse non riteneva sufficientemente pulite le altalene dei piccoli, e di cui una sporca di escrementi” scrive il giudice, che continua spiegando come il Ranelli, nel momento in cui vedeva la famigliola, “notava proprio questo particolare, oltre all’abbigliamento un po troppo estivo del Parolisi”.

Melania, dovendo fare la pipì, si sarebbe spostata dietro al chiosco “dove il marito, vedendola seminuda, verosimilmente si è eccitato, avvicinandola e baciandola per avere un rapporto sessuale”.

Rapporto sessuale che Melania avrebbe rifiutato, probabilmente rimproverando anche aspramente il marito. A quel punto Parolisi “ha reagito all’ennesima umiliazione, sferrando i primi colpi”.

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