CASERTA. Lex prefetto di Caserta Maria Elena Stasi e il prefetto Paolino Maddaloni, ex commissario straordinario del Comune di Caserta ed ex candidato sindaco del capoluogo di Terra di Lavoro, sono stati condannati a due anni con linterdizione dai pubblici uffici per turbativa dasta.
Assolti, invece, dall’accusa di abuso d’ufficio. I due erano coinvolti nell’inchiesta sugli appalti truccati dal clan dei casalesi nel casertano che portò allarresto di 17 persone e al sequestro di un miliardo di euro.
Al centro dell’inchiesta una gara indetta dal Comune di Caserta relativa allinstallazione di centraline per il monitoraggio della qualità dellaria nella primavera del 2006. Appalto, secondo laccusa, assegnato a Nicola Ferraro (ex consigliere regionale Udeur di Casal di Principe e imprenditore del settore dei rifiuti, poi finito sotto processo per fatti di camorra), allepoca del commissariamento dellEnte, retto da Maddaloni, grazie alladattamento delle procedure di gara alle esigenze dellex esponente dellUdeur.
Il 2 marzo del 2006, Maddaloni avrebbe deliberato lannullamento di quella gara e incaricato il dirigente competente di ricondurre lopera nei termini economici del progetto pilota e, cioè, nei limiti dellimporto di 387.342,70 euro. Successivamente,secondo la Dda, avendo appreso che della vicenda era direttamente interessato Ferraro, il commissario avrebbe deciso di non annullare la gara, ma di ridurre limporto finanziato da 1.400.000 euro a 700mila euro.Maddaloni ha sempre contestato l’intera ipotesi accusatoria, sostenendo che non avrebbe firmato nessun atto e di non aver mai subito pressioni.
Nel 2005 la Stasi, allora prefetto di Caserta, con una procedura corretta, ma molto rara, riaprì la pratica Aversana Petroli, lazienda core business della ricchissima famiglia del futuro coordinatore regionale del Pdl in Campania Nicola Cosentino, accusato di collusioni con il clan dei casazioni.
Lazienda ottenne lo sblocco del rilascio di una certificazione antimafia fino a quel momento negata per il rischio di infiltrazioni camorristiche. Inoltre, l’ex consigliere regionale Ferraro, ha rivelato di essere stato contattato da due intermediari politici di Cosentino, un parlamentare e un consigliere regionale del casertano, ai tempi delle elezioni provinciali del 2005 (in cui Cosentino era candidato presidente del centrodestra). Gli intermediari sostenettero che se Ferraro si fosse disimpegnato dalla tornata elettorale, dove era schierato in favore del poi vincente centrosinistra, sarebbero intervenuti presso il ministero dellInterno e il prefetto Stasi per risolvergli i problemi con la certificazione antimafia.
Ferraro ha accennato ai buoni rapporti tra la Stasi e lattuale deputato e presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro, uno dei fedelissimi di Cosentino, ex sindaco di Sant’Antimo, città del napoletano di cui lex prefetto di Caserta fu commissario straordinario. Alle elezioni politiche del 2008, poi, il nome della Stasi fu inserito dal Pdl nelle liste di candidati (poi eletti) alla Camera dei Deputati.