“Tsunami tour”, Grillo: “Noi candidiamo persone che vengono dalla strada”

di Redazione

 CASERTA. Nelle liste dei partiti, dopo esclusioni “eccellenti”, perché i cittadini “stanno mollandoli ed è un castello di carte che viene giù”, le persone perbene sono candidate “come foglie di fico”.

Lo dice BeppeGrillo, nella sua terza tappa dello “Tsunami Tour” in Campania, a Caserta.I partiti “stanno capendo che non devono candidare certa gente; milioni di persone li stanno perseguitando per strada e sul web: è come un castello di carte che sta venendo giù”, ha aggiunto Grillo, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle liste presentate dai partiti e in particolare dal Pdl. “Il Centro non c’è più – ha detto ancora– non ci sono più i partiti, Rutelli ha detto che si vuole prendere un anno sabbatico, di riposo, ma da cosa? Scajola non c’è più anche per via di questa pressione che stanno ricevendo dall’esterno. Mentre gli altri partiti mettono in lista qualche persona perbene come foglie di fico, noi candidiamo persone che vengono dalla strada. Noi non candidiamo magistrati, figli di magistrati, attori, campioni di canoa, né donne tutte rifatte ma da noi troverete tante donne che lavorano e hanno famiglia, che sono straordinarie italiane”. “Dobbiamo risollevare questa terra, ora siamo davanti alla Reggia che non ha nulla da invidiare a Versailles”’, ha conclusoGrillo.

Il comico genovese, in giornata, ai microfoni di Sky ha parlato anche dell’esclusione di Nicola Cosentino dalle liste del Pdl e del caso delle “liste scomparse”, poi smentito dal partito. “Cosentino è tornato? Allora lo hanno trovato. Cosentino è il principe del mercato del pesce…”, ha detto Grillo.

Dal blog del comico, inoltre, arriva la bocciatura del Movimento 5 Stelle per Antonio Ingroia e la sua “Rivoluzione civile”, firmata da Piero Ricca, attivista, blogger e giornalista freelance. “Ho guardato le liste – scrive – studiato un po’ l’operazione e devo dire che ‘Rivoluzione civile’ non mi convince. La stima per il magistrato Ingroia è fuori discussione, come pure il fatto che molti punti del suo manifesto sono condivisibili”. Ma ci sono alcune ombre, a partire dal “leaderismo”, visto che “si punta tutto sul nome di Ingroia”, passando per “l’ambiguità magistratura-politica” perché “quando sei così esposto per le indagini che hai condotto, da ultima quella su Stato e Mafia – si legge nel post – dovresti riflettere un po’ di più prima di andartene in Guatemala e poi entrare in politica, dopo settimane di traccheggiamenti e senza prima prendere la decisione, non obbligatoria ma in questo caso opportuna, di dimetterti dalla magistratura”.

A lasciare perplessi i grillini, inoltre, i rapporti con il Pd, reo di aver “contribuito a portarci così in basso” con l’appoggio al governo Monti, ma anche l’operazione di “maquillage: dietro il nome di Ingroia e la facciata riverniciata di arancione – scrive Ricca – ci sono tre o quattro piccoli partiti destinati all’estinzione parlamentare: Idv, Pdci, Rifondazione Comunista, Verdi”.

Ombre, poi, sul “criterio di selezione dei candidati”, compresa la scelta di puntare sul “dissidente” Giovanni Favia, “fatta apposta per portar via voti al M5S”. Infine una stilettata per “l’ispiratore dell’operazione” Luigi De Magistris: “Anziché programmare rivoluzioni nazionali, sarebbe meglio che si dedicasse ai seri problemi della città di cui è sindaco”.

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