Stupro di gruppo: l’India chiede la pena di morte

di Mena Grimaldi

 NEW DELHI. “L’intero paese chiede che i colpevoli siano impiccati. Io sono con loro”. Sono le parole del padre della giovane ragazza indiana stuprata dal branco su un bus in India e poi morta in ospedale per le gravi ferite riportate.

Un fatto che ha scosso tutta l’India che ora chiede punizioni esemplari. Cinque tra i sei uomini accusati di stupro e omicidio, infatti, che avevano violentato la 23enne su un autobus privato rischiano la pena di morte. Sembra che le autorità si stiano mobilitando verso effettivi cambiamenti.

Il pubblico ministero Rajiv Mohan ha ordinato che per i reati di stupro, manomissione di prove, rapimento e omicidio venga sfruttata una “corsia preferenziale” del tribunale al sud di Delhi, inaugurato specificamente per far fronte alla violenza contro le donne.Mohan ha espresso la richiesta di un processo a porte chiuse per il branco dei cinque. Le udienze cominceranno il 5 gennaio e non saranno pubbliche, ma saranno filmate da una videcamera.

Secondo i media indiani, i cinque imputati non saranno presenti alle sedute per ragioni di sicurezza e sarà loro garantita una difesa d’ufficio in quanto tutti gli avvocati iscritti al foro locale si sono rifiutati di assicurare la loro opera durante il dibattimento. Questo rifiuto è già una piccola dimostrazione della necessità di cambiamento ormai profondamente radicato negli animi indiani.

Gli accusati sono Ram Singh, 33 anni e conduttore del bus, suofratello Mukesh Singh, 26 anni, che pulisce i pullman per la medesima compagnia, Pavan Gupta, un ortolano 19enne, Akshay Singh, 24enne che lava gli autobus e Vinay Sharma, fitness trainer di 20 anni. Il sesto è minorenne e sarà giudicato da un tribunale dei minori dove la massima pena è di tre anni in un centro di riabilitazione. Anche il proprietario dell’autobus è stato arrestato poichè ha usato documenti falsi per ottenere il permesso di affittare i veicoli.

La polizia ha riunito trenta testimoni e le accuse sono riassunte in un documento di oltre mille pagine. Intanto leproteste continuano e il paese si mobilita chiedendo di punire la polizia, sensibilizzare la magistratura e portare ad un radicale cambiamento della mentalità indiana che dipinge la donna come essere inferiore.

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Redazione
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