ROMA. Anche se con rammarico non sosterrò la lista capeggiata da Antonio Ingroia. Così Salvatore Borsellino, fratello del giudice paolo ucciso nellattentato di via DAmelio, prende le distanze dallex procuratore aggiunto di Palermo.
Una rottura clamorosa, dunque, visti i precedenti rapporti tra i due. Difficilmente afferma Salvatore – potrò confermare quell’appoggio che, dopo alcune perplessità iniziali, avevo dato alla lista. Probabilmente qualcuno era interessato unicamente alla mia candidatura e una volta venuta a cadere questa ipotesi, non ha ritenuto di volere dare fiducia ai giovani da me indicati.
Il fratello del magistrato ha affidato il suo sfogo a Facebook dopo che i due candidati del movimento delle agende rosse da lui indicati erano stati relegati dietro esponenti di partito, agli ultimi posti e senza possibilità di essere eletti.
I due rappresentanti del mio movimento che, insieme a tanti altri giovani, mi avevamo dato la disponibilità ad essere candidati nella lista di Rivoluzione Civile e che io avevo indicato come elementi di punta per il loro curriculum, per le loro qualità intrinseche e per l’impegno, non hanno trovato posto nella lista Ingroia se non posposti, e non di poco,ad altri nomi sia di politici che della società civile, afferma Salvatore. I primi in base alle contrattazioni di vecchio stampo tra i partiti componenti la lista e i secondi scelti in base alla notorietà ed alla visibilità mediatica che non sempre coincidono con l’impegno civile.
Nutro grande stima, affetto e riconoscenza per l’impegno e la passione profusi in questi anni da Salvatore Borsellino ha replicato Ingroia – nella lotta per la verità sulle stagioni più buie della nostra storia conoscendolo, capisco anche il suo disappunto per il fatto che la lista civica che abbiamo organizzato contiene anche, al suo interno, esponenti di punta di partito, ma Salvatore deve sapere che noi non siamo antipolitica. Noi crediamo nella possibilità di mettere insieme le energie migliori della società civile e della buona politica. Quegli stessi partiti che hanno combattuto dentro e fuori il Parlamento la battaglia per la verità sulla trattativa Stato-mafia e sulla stagione delle stragi.