BERGAMO. A due anni dal ritrovamento del corpo della piccola Yara Gambirasio, avvenuto in un campo di Chignolo dIsola, la mamma della 13enne, Maura Panarese, affida ad una lettera inviata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il suo sconforto.
Una mamma che, fin ora, ha sempre vissuto il suo dolore con la massima dignità e lontana dai riflettori ma che oggi, come ha svelato in esclusiva Quarto Grado, ha voluto sottolineare la scarsa collaborazione degli investigatori con la parte lesa.
Mamma Maura nella missiva inviata lo scorso dicembre al Capo dello Stato manifesta tutto il dolore e lo sconforto perché, dopo anni d’indagini, la figlia non ha ancora avuto giustizia. I toni della donna sono fermi, ma pacati. Vuole delle risposte che non sono ancora arrivate.
Lassassino di Yara non ha ancora un volto e, per le indagini, si brancola ancora nel buio. Tante le piste, tante le supposizioni, tante le amarezze. Maura Panarese sottopone a Napolitano gli stessi dubbi più volte riportati dagli organi di stampa. Le diverse piste battute: dal cantiere di Mapello ai sospetti su Mohamed Fikri fino al figlio illegittimo di un autista di Gorno morto ormai da parecchi anni e che ha visto prelevare il Dna a migliaia di persone.
In aula davanti al giudice per le indagini preliminari Ezia Maccora, Maura ha mostrato lo sconcerto per la mancata verifica delle traduzioni della frase di Fikri che hanno ingenerato più di un sospetto. Posso dire una cosa? aveva detto. Da mamma mi chiedo com’è possibile cè le traduzioni siano così diverse», aveva chiesto rivolgendosi al giudice.
Un paio di mesi prima, ancora lei aveva sussurrato: Se questo ragazzo non c’entra nulla, sarò io la prima a chiedergli scusa. E invece, rimane ancora tutto aperto. Il pubblico ministero ha chiesto larchiviazione per il marocchino e il Gip si oppone.
Fonti del Quirinale fanno sapere che al presidente Napolitano non è ancora ufficialmente giunta la lettera scritta dalla madre, ma che la missiva verrà attentamente valutata.