TERAMO. Il giudice ha compiuto un teorema privato siamo all’interpretazione di atti di fantasia perché nel processo certe cose non sono emerse.
Così i difensori di Salvatore Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile commentano le motivazioni della giudice Marina Tommolini che hanno portato alla condanna allergastolo del caporal maggiore.
Sbalorditi dalle motivazioni della sentenza, così rispondono i legali durante una conferenza stampa tenuta lunedì mattina. Salvatore Parolisi ha letto con molta attenzione le motivazioni della sentenza che lo ha condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea, avvenuto il 18 aprile 2011, e oggi in carcere ha detto ai suoi legali di essere molto preoccupato: come faccio a difendermi così?.
Credevo di essere stato giudicato da un giudice, e invece sono stato giudicato da uno psicologo, ha riferito ai suoi legali che hanno ribadito come, secondo loro, molte parti della sentenza scritta dal giudice Marina Tommolini nello scorso ottobre sono sganciate da ogni riscontro reale.
Secondo i legali, infatti, il giudice Tommolini aveva una precondizione e ha piegato dati alla sua convinzione personale. Le sue convinzioni sono tutte ipotetiche. Non solo, Biscotti e Gentile accusano il giudice di essere convinta della colpevolezza di Parolisi ancor prima del dibattimento.
Una giustizia così mi fa paura – ha proseguito l’altro difensore Nicodemo Gentile – e capisco come Salvatore sia sconcertato. Anzi, è terrorizzato. In questo modo saltano tutte le regole della procedura penale, ha detto Biscotti.