Un “esercito” di cercatori sulle tracce di Roberta Ragusa

di Mena Grimaldi

 PISA. Sono iniziate sabato mattina le ricerche, forse le ultime, del corpo di Roberta Ragusa. La mamma scomparsa la notte del 13 gennaio dello scorso anno.

Un esercito di 1500 persone tra cacciatori e ambientalisti, guide e paracadutisti, carabinieri e poliziotti, vigili del fuoco e guardie forestali. I cercatori si sono radunati poco dopo le 8.30 sotto il coordinamento del colonnello dei carabinieri Gianni Fedeli al parcheggio davanti alla caserma del Centro addestramento paracadutisti di Pisa in via di Gello e hanno dato inizio alla grande battuta.

La più grande battuta organizzata fin ora e si cerca il corpo di Roberta: già perché il procuratore Ugo Adinolfi è convinto che la donna sia morta e sia stata vittima di un omicidio premeditato. “Impossibile fare sparire un corpo se non si è escogitato un piano, se non si ha un luogo preciso e nascosto”,dice il procuratore.

Le ricerche, che dureranno alcuni giorni, interesseranno 39 comuni della provincia di Pisa e altri della vicina Lucca. Poi il 2 febbraio nuovo summit presieduto dal prefetto Francesco Tagliente. Infine la procura trarrà le sue conclusioni. Il prossimo passo dei magistrati sarà certamente l’interrogatorio dell’unico indagato, ovvero il marito Antonio Logli.

Il marito, infatti, è sospettato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.Ma contro di lui ci sono ancora pochi indizi. Si sa solo che l’uomo aveva un amante, Sara, la giovane segretaria che lavorava proprio nell’autoscuola di proprietà della famiglia Logli e, prima ancora, aveva fatto da baby sitter per i due figli della coppia.

Contro di lui solo alcune testimonianze che hanno detto di averlo visto uscire quella notte e discutere animatamente con una donna. Ma lui ha sempre smentito.

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