SANTARPINO. È sicuramente il caso della settimana. Ben quattro associazioni onlus si sono schierate ufficialmente al fianco del sindaco uscente.
Arriva la durissima presa di posizione di SantArpino Libera@Democratica.
Cari concittadini – si legge in un volantino diffuso nella giornata di domenica – siamo alle comiche finali. Dopo aver riempito il paese di statue sacre, manco stesse costruendo una nuova Cattedrale, dopo aver speso 50 mila euro per le luci e l’albero di Natale, dopo aver creato ansie e sconforto nei cittadini con le cartelle pazze, con la faccia tosta che lo contraddistingue il sindaco disastro ha annunciato la sua ricandidatura.
E credendo di avere fra le mani lalbum delle figurine Panini, per rendere meno risibile la sua ricandidatura ha riempito il volantino di simboli di partiti che nella migliore delle ipotesi sono composti da 4 amici al bar! Un’accozzaglia in perfetto stile Di Santo che racchiude lintero arco costituzionale, dallestrema destra allestrema sinistra.
Preso dalla foga il disastro aveva aggiunto anche un simbolo di partito che non lo sostiene (l’Api) tanto che in fretta e furia ha dovuto cancellare il logo e il nome con pennarello per evitare clamorose smentite e denunce. ridicoli! Completa l’insalata russa l’inserimento dei loghi di ben quattro associazioni. Sì avete capito bene!!! Quattro associazioni appoggiano disastro.
Un fatto grave e senza precedenti nella storia di questo paese. Una buffonata degna di chi l’ha pensata. O meglio una carnevalata dal momento che due associazioni (quella del compariello e dal figlio dell’ex assessore) in appoggio a disastro sono presenti anche nel programma del Carnevale Atellano. Ancor più grave il sostegno al disastro dellassociazione “Amo la Vita” che in questi anni ha anche avuto accesso a finanziamenti comunali per alcune manifestazioni. Allora questi signori ci spieghino cosè questo se non voto di scambio?
Le associazioni da statuto sono apolitiche e apartitiche e la legge, ma soprattutto il buon senso, vietano che le stesse possano fornire sostegno a partiti in una competizione elettorale. Questo è il senso democratico del Di Santo che da un lato osteggia associazioni dal glorioso corso e dall’altro non esita ad elargire fondi pubblici agli amici in cambio del più misero servilismo. Il tutto sarebbe normale solo se ci trovassimo nel ventennio fascista!.