SUCCIVO. Imperdibile evento martedì sera, alle ore 20, al Teatro Lendi. Andranno in scena dopo duemila anni le fabuale atellanae.
Liniziativa, che si inserisce nel ricchissimo calendario della quarta edizione del Carnevale Atellano, è stata ideata e realizzata dal Comitato Permanente del Carnevale Atellano in collaborazione con lassociazione culturale Primavera Santarpinese con il patrocinio dellamministrazione comunale retta dal sindaco Eugenio Di Santo, assessorato alla cultura retto da Giuseppe Lettera.
A partire dalle ore 20, dunque, il pubblico potrà assistere ad una vera e propria rivisitazione delle origini e della storia delle maschere e delle rappresentazioni tipiche dellantico teatro atellano. Con la costituzione del comitato permanente, quattro anni fa, il carnevale si trasforma in una festa che si prolunga nellarco di tutto lanno con iniziative e progetti che ne fanno un evento unico e travolgente. E dopo la sfilata dei dodici mesi che domenica scorsa ha attraversato le strade e le piazze di SantArpino e Succivo, martedì sarà la volta del teatro.
Si parte con le majorettes che si esibiranno nelle coreografie di Teresa Pezzella con il gruppo dei Tamburini di Andrea Carboni. Poi si proseguirà con la musica del ballo intitolato Lo spettacolo dei folli tratto dallo spettacolo Il gobbo di Notre Dame di Cocciante interpretato dal gruppo di ballerini guidati da Carmela Belardo. Sarà poi la volta del monologo recitato da Silvano Battimiello Canto di Bacco e Arianna, un canto poetico carnascialesco di Lorenzo il Magnifico.
De superstizione (ovvero perché facciamo le corna) invece è la fabula atellana in un unico atto che narra la storia di Maccus come erede diseredato. In scena ad impersonare i protagonisti gli attori della compagnia teatrale i SudAtella di Susy Ronga. Maccus si ritrova a fare i conti con le superstizioni di una zia che attribuisce il suo stato di zitella ad influssi malefici e quando la accusa di superstizione viene diseredato.
E poi ancora ampio spazio per le tradizioni partenopee con la macchietta napoletana interpretata da Gianni Aversano accompagnato dalle musiche del mandolinista Nando Piscopo e il ballo tratto dallopera La danza di Rossini la Tarantella.
Chiuderà la serata la Canzone di Zeza rappresentata dal gruppo teatrale di Gianpietro Ianneo con la collaborazione di Gianni Aversano e Andrea Carboni. Lintero spettacolo sarà coordinato da Giuseppe Benincaso con le luci e laudio di All Music di Enzo Carboni. Le acconciature e il trucco sono di The Cut di Francesco Falace.
Questanno dichiara il presidente del comitato organizzatore Virginio Guida – abbiamo voluto ideare e inserire nel programma eventi che valorizzino le antiche tradizioni della nostra terra e che riportino alla luce il nostro passato soprattutto attraverso il teatro. Siamo davvero orgogliosi di aver ideato e concretizzato unidea che avevamo ormai già da tempo ma che richiedeva grande impegno per la realizzazione. Questanno ci siamo riusciti e aspettiamo numerosi martedì sera tutti coloro che vorranno assistere ad uno spettacolo davvero indimenticabile.