Consorzio Ce3, perquisiti uffici di Fabozzi. “Ho sempre agito correttamente”

di Redazione

FabozziVILLA LITERNO. I militari della Guardia di Finanza hanno perquisito gli uffici del consigliere regionale Enrico Fabozzi.

L’ex sindaco di Villa Literno (Caserta), eletto con il Pd e poi passato al gruppo misto, arrestato nel novembre 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione camorristica e poi scarcerato con una sentenza della Cassazione, risulta tra gli indagati per la nomina di Antonio Scialdone quale amministratore delegato del Consorzio di bacino Caserta 3.

Il consorzio, che ha gestito lo smaltimento dei rifiuti in 19 comuni della provincia di Caserta, è al centro di un’inchiesta su sprechi e incarichi. Abuso d’ufficio e falso sono le ipotesi di reato.

LA REPLICA DI FABOZZI. “La nomina di Antonio Scialdone a direttore generale pro tempore del Consorzio Unico di Bacino è stata effettuata nel pieno rispetto delle norme statutarie, basta leggere la delibera n. 24 adottata il 22.04.2009”. Così Fabozzi, in una nota, respinge con forza le accuse che gli vengono addebitate nell’ambito dell’inchiesta sul Cub. E lo fa carte alla mano. All’epoca dei fatti, Fabozzi era sindaco di Villa Literno e presidente del Consorzio Unico.

“Il mio coinvolgimento in questa vicenda – afferma il consigliere regionale – mi ha sorpreso e nel contempo mi ha fatto sorridere, perché sarebbe stato sufficiente dare un’occhiata, anche fugace, alla procedura di nomina del direttore generale pro tempore per rendersi subito conto che il mio provvedimento seguiva alla lettera tutte le prescrizioni dello statuto del Consorzio Unico. L’articolo 17 comma 3, così come richiamato nella delibera, prevede, testualmente, che “nelle more della nomina del direttore generale, ovvero in sua assenza, il consiglio di amministrazione ne affida le funzioni ad altro dirigente del Consorzio. Vorrei evidenziare – aggiunge Fabozzi – che in qualità di presidente del Consorzio Unico la nomina del direttore generale era un atto dovuto per garantire una migliore razionalizzazione della macchina amministrativa. Peraltro, in una logica di risanamento del Cub, avevo stabilito per tale mansione una spesa minima di soli mille euro lordi al mese”.

L’onorevole Fabozzi pone l’accento su un altro aspetto dell’inchiesta, che riguarda il presunto mancato pagamento dei contributi previdenziali ai lavoratori del Cub. “Si tratta – osserva il consigliere regionale – di un’accusa destituita di ogni fondamento, in quanto da presidente del Consorzio, su richiesta dei responsabili delle varie articolazioni (tra cui i prefetti Giliberti e Forleo, e il generale Moggetti)ho disposto lo stanziamento di somme vincolate al pagamento di stipendi e oneri riflessi, cioè dei contributi previdenziali per i lavoratori, ma l’utilizzo dei fondi era una prerogativa dei responsabili delle articolazioni”.

A conferma che tutte le scelte adottate in qualità di presidente del Cub, siano state improntate esclusivamente a migliorare il funzionamento del Consorzio, compresa la nomina di Scialdone, Fabozzi fa notare che “Michela Pontillo, moglie di Scialdone, era una sua avversaria nelle elezioni regionali del 2010”. “Appare evidente – conclude il consigliere regionale – che la nomina del direttore generale pro tempore non aveva secondi fini”.

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