Carmen Di Guida, la famiglia si affida al generale Garofalo

di Nicola Rosselli

GarofaloAVERSA. “Ci sono grosse novità nell’episodio della morte di mia figlia. Potrebbero esserci degli errori nei comportamenti di chi in quel tragico pomeriggio le prestò i primi soccorsi quando era ancora a terra”.

Leonardo Di Guida, papà di Carmen, la quindicenne rimasta vittima di un incidente stradale in via Pastore, incrocio con via Rossa, ad Aversa, il 5 gennaio del 2012, forte di una perizia del medico di parte, il dottor Patrizio Rossi di Roma, un esperto del settore, confortato da un altro esperto, il generale dei carabinieri a riposo Luciano Garofalo, biologo che nel1992si è occupato anche delle indagini sullastrage di Capaci, ma che, soprattutto, dal1995fino al2009è stato comandante delRisdi Parma (Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri), chiamato sulla scena di molti casi giudiziari avvenuti negli ultimi decenni nel nord Italia (dalla strage di Erba alserial killerBilancia alcaso Cogne, solo per ricordare quelli che hanno avuto vasta eco mediatica), sta percorrendo una nuova strada per giungere alla verità.

La prima ricostruzione degli avvenimenti di quella vigilia dell’Epifania del 2012 non li ha mai soddisfatti ecco perché, nel tentativo di fare luce su quel tragico pomeriggio, Leonardo Di Guida e sua moglie hanno coinvolto due super esperti. E la loro attività è stata presentata da Leonardo e da sua moglie in occasione di una testimonianza con un gazebo in via Roma a Teverola, comune dove la famiglia vive e i cui amministratori si sono dimostrati sensibili al mondo dei familiari delle vittime di incidenti stradali, giungendo anche ad assicurare una revisione globale, in collaborazione con l’Associazione Italia Familiari Vittime della Strada, della segnaletica stradale presente sul territorio comunale.

La perizia medico legale, che sarà consegnata a breve ai magistrati della procura sammaritana che indagano sul caso, rappresenta l’ultimo atto di una battaglia che i coniugi Di Guida stanno combattendo per giungere alla verità quale che sia. Secondo il nuovo esame medico, potrebbero esserci state delle deficienze da parte di chi ha prestato i primi soccorsi.

“La manifestazione dell’altro giorno – ha concluso il papà di Carmen – vuole essere una denuncia ad alta voce non solo per il caso di mia figlia, ma per gli incidenti in genere. In questi casi, infatti, c’è unasuperficialità e una mancanza di approccio totale. Nessuno si preoccupadi conservare e catalogare tutte le tracce lasciate da un incidentestradale. E’ con grande amarezza che siamo costretti a constatare che gli incidentistradali non vengono considerati gravi quanto un omicidio ed invece losono”.

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