Cella: “Non dimentichiamoci del Parco Balsamo”

di Antonio Arduino

 AVERSA. “Va bene mettere sotto i riflettori parco Grassia per dimostrare l’efficienza dell’attuale amministrazione ma non dimentichiamoci del Parco Balsamo. Sarebbe il caso che il sindaco desse uno sguardo anche lì”.

A parlare è Salvino Cella, consigliere comunale di centrosinistra, presidente della commissione Controllo e Trasparenza, che punta il dito sullo stato di abbandono in cui è tenuta l’area verde inaugurata due anni fa. “Dopo il taglio del nastro la mancanza di controllo – continua – ha permesso che quella che doveva essere uno spazio in cui passeggiare in tranquillità con figli e nipotini si trasformasse in punto di ritrovo per tossicodipendenti e coppiette in cerca di intimità”.

“Per non parlare dei cani padronali che girano liberamente da soli, malgrado la cartellonistica avverta in maniera chiara che devono essere tenuti a guinzaglio e con tanto di museruola, dei barboni che fanno scempio persino dell’unico bagno aperto al pubblico, dell’inefficienza dell’impianto fognario che fa trasformare i viali in rigagnoli quando la pioggia”, aggiunge, invitandoci a fare un giro.

L’abbiamo fatto proprio dopo qualche ora di pioggia e se prima di superare la sbarra d’accesso avevamo avuto la sensazione che fosse tutto in ordine ci siamo dovuti ricredere subito. I vialetti trasformati in rigagnoli c’erano, così i segni di abbandono e incuria descritti dal leader dell’opposizione. A due passi dall’ingresso abbiamo notato una fontanella riparata alla meglio con un nastro, collocato in modo da far chiudere il rubinetto che gocciolava comunque, quasi a testimoniare l’assenza di manutenzione.

 Evidenziata da cordoli danneggiati, da arbusti stroncati, da tre sui quattro servizi igienici chiusi con l’unico aperto, quello destinato ai diversamente abili, che di igienico ha solo il nome, trasformato com’è in immondezzaio.

C’è poi l’area destinata ai bambini dove accanto alle giostrine, in evidente stato di abbandono, rese inutilizzabili dal fango creato dalla pioggia caduta sulla terra battuta che, come previsto dalla precedente amministrazione, doveva essere messa in sicurezza grazie anche alla collocazione di un tappeto antiurto capace di ridurre l’accumulo dell’acqua piovana, erano evidenti tracce di incontri amorosi insieme a canne utilizzate per inalare e fumare droghe.

“Tutto questo è possibile – riprende Cella – per l’assenza totale di controllo del parco che l’Amministrazione municipale si limita a far aprire e chiudere dai vigili urbani”.

“Purtroppo –continua – affidarsi al senso civico dei cittadini non basta ad impedire questo scempio, c’è sempre una frangia di incivili che sembrano divertirsi a vandalizzare il patrimonio pubblico, dimenticando che appartiene a tutti, anche a chi vandalizza”. “E evidente – osserva Cella – che il parco non possa essere lasciato a se stesso. Bisogna che il sindaco decida di affidarne la custodia a personale comunale o ad associazioni che siano sempre presenti nell’area per controllare e così prevenire altri danni. Ma – conclude – deve farlo presto”.

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