Centro impiego, la protesta di Cella va a segno

di Antonio Arduino

 AVERSA. Le sollecitazioni del presidente della commissione consiliare Controllo e Trasparenza Salvino Cella, volte a fare chiarezza sulla idoneità all’uso di pubblico ufficio dell’edificio di via Pommella ospitante il centro per l’impiego, vanno a segno.

L’Amministrazione municipale avrebbe trasmesso alla procura sammaritana tutti gli atti necessari a fare luce su alcuni punti della vicenda che nascerebbe da un cambio di destinazione d’uso dell’edificio. Era stato ristrutturato per ospitare abitazioni private con una suddivisione degli ambienti fatta in modo da poter ospitare, in futuro, degli uffici cosicché era bastata una semplice autocertificazione per cambiarne la destinazione d’uso.

Un passaggio burocratico che non richiederebbe controlli da parte dell’amministrazione municipale, come prevederebbe la legge quando per modificare la destinazione d’uso di un immobile non si effettuano lavori, né si modifica il progetto originale. Il solo controllo dovuto era quello dell’Asl competente per territorio e il controllo c’era stato. In data 17 dicembre 2007 con protocollo 2059 l’Unità di Prevenzione Collettiva del Dipartimento di Prevenzione Ambito Aversa scriveva che l’edificio “composto da 18 vani legali risponde ai requisiti richiesti dalle LL. SS. in vigore per essere adibito ad uso ufficio”.

Ovviamente di tipo privato. Poi lo stabile venne venduto alla Provincia che lo adibì ad ufficio pubblico, effettuando modifiche strutturali, come la copertura della cassa scale e degli accessi, che avrebbero avuto necessità di un nuovo controllo e collaudo per ottenere un nuovo parere. Da qui l’ipotesi di Cella che l’edificio non sia idoneo all’uso a cui è stato destinato dall’ente casertano.

Del resto la presenza di anomalie è stata verificata dai tecnici dell’Asl che il 3 agosto, su richiesta del primo cittadino, hanno effettuato un controllo nella struttura.

Relazionando tali irregolarità, relative a cassa scale, servizi igienici, aerazione degli ambenti, inadeguatezza di locali adibiti a sala convegni ed ad uffici, che il sindaco ritenne necessario ordinare la messa a norma delle anomalie nel termine perentorio di sessanta giorni.

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