AVERSA. Le sollecitazioni del presidente della commissione consiliare Controllo e Trasparenza Salvino Cella, volte a fare chiarezza sulla idoneità alluso di pubblico ufficio delledificio di via Pommella ospitante il centro per limpiego, vanno a segno.
LAmministrazione municipale avrebbe trasmesso alla procura sammaritana tutti gli atti necessari a fare luce su alcuni punti della vicenda che nascerebbe da un cambio di destinazione duso delledificio. Era stato ristrutturato per ospitare abitazioni private con una suddivisione degli ambienti fatta in modo da poter ospitare, in futuro, degli uffici cosicché era bastata una semplice autocertificazione per cambiarne la destinazione duso.
Un passaggio burocratico che non richiederebbe controlli da parte dellamministrazione municipale, come prevederebbe la legge quando per modificare la destinazione duso di un immobile non si effettuano lavori, né si modifica il progetto originale. Il solo controllo dovuto era quello dellAsl competente per territorio e il controllo cera stato. In data 17 dicembre 2007 con protocollo 2059 lUnità di Prevenzione Collettiva del Dipartimento di Prevenzione Ambito Aversa scriveva che ledificio composto da 18 vani legali risponde ai requisiti richiesti dalle LL. SS. in vigore per essere adibito ad uso ufficio.
Ovviamente di tipo privato. Poi lo stabile venne venduto alla Provincia che lo adibì ad ufficio pubblico, effettuando modifiche strutturali, come la copertura della cassa scale e degli accessi, che avrebbero avuto necessità di un nuovo controllo e collaudo per ottenere un nuovo parere. Da qui lipotesi di Cella che ledificio non sia idoneo alluso a cui è stato destinato dallente casertano.
Del resto la presenza di anomalie è stata verificata dai tecnici dellAsl che il 3 agosto, su richiesta del primo cittadino, hanno effettuato un controllo nella struttura.
Relazionando tali irregolarità, relative a cassa scale, servizi igienici, aerazione degli ambenti, inadeguatezza di locali adibiti a sala convegni ed ad uffici, che il sindaco ritenne necessario ordinare la messa a norma delle anomalie nel termine perentorio di sessanta giorni.