Camorra, Dia sequestra beni ai casalesi e al clan Fabbrocino

di Redazione

 NAPOLI. Doppia operazione della Dia che ha sequestrato altri “tesori” della camorra campana. Beni per un valore di circa 500mila euro sono stati sottratti a Emilio Di Caterino, 39 anni, ex affiliato all’ala stragista del clan dei casalesi guidata da Giuseppe Setola ed attualmente collaboratore di giustizia.

Il provvedimento, emesso dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riguarda un villino e il terreno su cui è stato edificato.

Di Caterino è stato protagonista delle cronache giudiziarie e nella scalata al potere camorristico negli ultimi anni fino a raggiungere un posto di rilievo e di fiducia in seno all’organizzazione del clan dei casalesi. L’11 settembre del 2003 veniva colpito da un’ordinanza di custodia cautelare e indagato per omicidio aggravato dal metodo mafioso, commesso il 6 settembre 2002 ai danni di Nicola Di Maio, raggiunto da due colpi d’arma da fuoco dopo essere stato inviato ad appuntamento in un pub di Castel Volturno. Il cadavere fu messo in un’auto e data alle fiamme. Il 18 maggio 2006, con sentenza della Corte di Appello di Assise di Santa Maria Capua Vetere, Di Caterino veniva assolto per non aver commesso l’omicidio ma veniva condannato per il delitto di ricettazione dell’auto a bordo della quale era poi ritrovato carbonizzato Di Maio, e veniva condannato ad un anno e sei mesi di reclusione.

Per sfuggire all’ordinanza di custodia cautelare e al fermo della Dda, il 2 giugno 2005, per il reato di estorsione aggravata, si dava alla latitanza. Fino al 17 ottobre 2008, quando Di Caterino entrava in carcere e il 30 giugno 2011 avviava il percorso di collaborazione con la giustizia. Veniva trasferito, secondo il programma di protezione previsto dalla normativa per il collaboratori di giustizia, in località protetta.

Altro provvedimento di sequestro ha riguardato quattro persone ritenute appartenenti al clan Fabbrocino di Napoli, ossia Mario Fabbrocino, 56 anni, di San Gennaro Vesuviano, imprenditore, attualmente detenuto, oltre che alcuni familiari. Si tratta di un’impresa individuale con sede legale a San Gennaro Vesuviano, del valore di circa 150mila euro.

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