Clan Mallardo, voto di scambio: 9 arresti

di Redazione

 NAPOLI. Avrebbero operato per il voto di scambio alle elezioni provinciali di Napoli nel 2009. E’ una delle accuse emerse dopo le indagini dei carabinieri del Noe di Roma sul clan Mallardo, che hanno portato all’arresto di nove persone a Giugliano.

Secondo l’ordinanza, in un’intercettazione del 9 giugno 2009, due giorni dopo le elezioni provinciali di Napoli, il capo del gruppo Domenico Pirozzi parlando al telefono col nipote, “lascia sottendere che il clan si sia adoperato affinchè un preciso politico potesse essere favorito nella propria corsa elettorale attraverso il controllo e l’indirizzo dei voti.

E’ ovvio che l’inserimento di un politico vicino alla organizzazione criminale negli enti istituzionali garantirebbe un sicuro accesso alle attività di infiltrazione del sodalizio”. Dalle indagini dei carabinieri, guidati dal capitano Pietro Rajola Pescarini, è emerso che Pirozzi e i suoi erano anche responsabili di rapine, col “buco” o passando dalle condotte fognarie.

Il 10 agosto 2009 il colpo è andato a segno all’Unicredit di Villaricca, nel Napoletano: due erano nell’istituto, sei sono sbucati armati dal pavimento, uno con la maschera antigas. In nove avevano preparato lo scavo, per un bottino 35 mila euro. Il 13 ottobre, invece, una rapina al caveau dell’Unicredit e il 30 allastessa banca di Napoli. Poi al portavalori con l’incasso del centro commerciale Auchan.

Due carabinieri infedeli del nucleo radiomobile di Giugliano sono indagati per corruzione: avrebbero chiuso un occhio con il figlio del capo, fermato a guidare senza patente varie volte. Niente multa e sequestro in cambio di regali. Voto di scambio, rapine, estorsioni e anche spaccio di droga.

Tutto deciso in una agenzia immobiliare, quartier generale dei camorristi del clan Mallardo. E’ dunque “una piovra dai mille tentacoli” quella emersa dalle indagini dei carabinieri del Noe di Roma, coordinati dal colonnello Sergio De Caprio, il “capitano Ultimo”.

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