LUCERNA. Tre persone sono rimaste uccise, e altre sette ferite, in una sparatoria avvenuta alla Kronospan, un’azienda per la lavorazione del legno, a Menznau, vicino la città svizzera di Lucerna.
Un uomo, che sarebbetra le persone decedute,avrebbe aperto il fuoco nella mensa della fabbrica. In un primo momento un testimone aveva parlato di cinque morti.
Sul posto la polizia, che ha recintato l’area intorno all’azienda, che dà lavoro a 410 persone, e che aveva appena annunciato una riduzione della produzione a causa della crisi economica e della riduzione delle commissioni.
Il killer, un padre di famiglia di 42 anni, esperto di arti marziali, lavorava nella falegnameria da 10 anni ed era considerato “un uomo tranquillo” dal suo direttore, Mauro Capozzo. Anche se, a detta di alcuni colleghi, di recente, aveva dato segnali di instabilità.
“Parlava da solo e aveva delle visioni”, rivelano alcune testimonianze raccolte dopo la tragedia. “L’uomo – ha spiegato la polizia nel corso di una conferenza stampa, svoltasi nella sala parrocchiale di Menznau – ha iniziato a sparare nei capannoni, quindi nel corridoio che porta alla mensa, infine in quest’ultimo locale”. Che, in quel momento, era affollato di gente, considerato che, alle 9, gli operai si prendono una pausa per bere il caffè e mangiarsi un gipfel, il tradizionale cornetto elvetico.
“Quello che è certo è che non ha puntato la sua pistola a casaccio”, hanno detto gli inquirenti, sottintendendo che lo sparatore avesse dei bersagli ben precisi. “Stiamo indagando su una controversia che non siamo ancora riusciti a chiarire”, ha detto il capo della polizia criminale del Canton Lucerna, Daniel Bussmann.
L’incidente segue la sparatoria del 2 gennaio scorso, a Daillon, piccolo villaggio nel sud della Svizzera, quando un 33enne con problemi psichici e di droga ha ucciso a colpi di arma da fuoco tre donne e ferito due uomini. La Svizzera è il terzo paese al mondo per il numero di armi detenute dai cittadini, dopo Stati Uniti e Yemen.