NEW YORK. Un colpo di arma da fuoco alla testa da lui stesso esploso. Sarebbe quindi mortoper suicidio l’ex poliziotto di Los Angeles Christopher Dorner, inseguito per sei giorni dopo che aveva ucciso due persone.
Lo ha riferito l’istituto medico legale che ha effettuato l’autopsia. Il cadavere carbonizzato di Dorner, 33 anni,era stato trovato in una baita di montagna a due ore da Los Angeles dove si era rifugiato, andata a fuoco dopo un assalto delle forze di polizia.
Dopo aver dichiarato una “guerra asimmetrica e non convenzionale” al Dipartimento della polizia di Los Angeles (Lapd), da cui era stato cacciato nel 2009, e aver iniziato a dare la caccia ai suoi ex colleghi e alle loro famiglie, e a ucciderli, Dorner era finito braccato e solo contro tutti. Ma non senza aver prima ucciso quattro persone. Prima la figlia e il suo fidanzato di un ex capitano della Lapd. Poi un altro agente di polizia che era stato assegnato a protezione di un altro dei suoi ‘bersaglì, che aveva indicato assieme a decine di altri in una sorta di manifesto pubblicato sul suo profilo Facebook. E infine un altro poliziotto, un vice sceriffo della contea di San Bernardino, che era con centinaia di altri sulle sue tracce sulle montagne.
A metterlo alle corde il furto del pick-up bianco. Lo aveva rubato ad una coppia in una casa non distante da dove è stato intercettato, dove era entrato poco prima e aveva immobilizzato i due malcapitati e aveva saccheggiato provviste, per poi proseguire la fuga, ancora convinto che grazie all’addestramento e alle tecniche di sopravvivenza apprese prima in Marina e poi in polizia avrebbe messo i suoi inseguitori nel sacco e continuato la sua vendetta per essere stato cacciato dalla Lapd, anche a causa, a suo dire, di motivi razziali. Ma, una volta rimasta sola, una delle due persone che aveva immobilizzato è riuscita a liberarsi e a dare l’allarme. E rapidamente attorno a lui si è stretto il cerchio.