MILANO. Ho più volte e anche molto di recente, colto ogni occasione per denunciare l’insostenibilità delle condizioni delle carceri e di coloro che vi sono rinchiusi, anche se questi appelli, come altri, sono caduti nel vuoto.
Sono le parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in visita mercoledì mattina al carcere di San Vittore. Napolitano ha citato criticità come il sovraffollamento degli istituti, le condizioni di vita degradanti che ne conseguono, i numerosi episodi di violenza e di autolesionismo, sintomo di una inaccettabile sofferenza esistenziale, le condotte di inquieta insofferenza o di triste indifferenza sempre più diffuse tra i reclusi.
Tutti elementi che derivano dalla mancata attuazione delle regole penitenziarie europee e che perciò confermano la perdurante incapacità del nostro Stato a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell’articolo 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sul senso di umanità cui debbono corrispondere i relativi trattamenti.
L’emergenza carceri e l’impegno inderogabile che ne discende – ha evidenziato il Capo dello Stato – debbono essere ben presenti a tutte le forze politiche e ai cittadini elettori anche nel momento in cui il nostro popolo è chiamato a eleggere un nuovo Palamento.
Napolitano si è detto certo che nessuna parte vorrà, anche in questo momento, negare la gravità e urgenza dell’attuale realtà carceraria nel nostro paese.
Napolitano si è soffermato sulla necessità di assicurare uno spazio vitale del detenuto che a suo giudizio non è oggi garantito nella nostra situazione penitenziaria. Una svolta è necessaria, secondo il Capo dello Stato, perchè sono in gioco il prestigio e l’onore dell’Italia.