Napoli, scacco a clan di Secondigliano: 40 arresti

di Redazione

 NAPOLI. Maxi operazione della squadra mobile di Napoli che ha arrestato quaranta persone ritenute vicine al clan Sacco-Bocchetti, attivo nell’area a nord del capoluogo campano, in particolare nella zona di San Pietro a Patierno, nel quartiere di Secondigliano.

Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti per aver gestito diverse piazze di spaccio nell’area controllata dal clan, oltre che di diversi reati inerenti lo spaccio.

Con questa operazione, fondata su intercettazioni e sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, compresi esponenti di clan attivi sui territori vicini e in rapporto di alleanza con i Sacco-Bocchetti, si sono delineati i ruoli di altri personaggi legati, a vario titolo, al defunto capoclan Gennaro Sacco, con compiti di scorta armata, gestione delle estorsioni, componenti del gruppo di fuoco oltre che dediti al controllo delle piazze di spaccio del Rione Berlingieri.

A Vincenzo Esposito, alias “’O Porsche” – zio di Biagio Esposito del clan Amato-Pagano e suocero di Fabio Magnetti, esponente di vertice dei cosiddetti “Girati”, arrestato lo scorso mese di giugno – viene contestato il ruolo di dirigente e organizzatore del clan. Tra gli arrestati anche diverse donne impegnate nella gestione dell’attività di spaccio e nella tenuta della contabilità dell’organizzazione criminale. Tra queste Concetta Caso, moglie di Costanzo Apice, già condannato con sentenza passata in giudicato per la sua appartenenza al clan e condannato in primo grado per l’omicidio di Mariano Bacio Terracino, quello del famoso “video choc”. Sequestrati, inoltre, beni immobili, complessi aziendali, beni mobili, libretti di deposito e conti correnti bancari.

Il clan Sacco-Bocchetti, in origine, era alleato con i Licciardi con i quali entrò in contrapposizione in seguito a una serie di contrasti interni dovuti al predominio della zona di San Pietro a Patierno e della piazza di spaccio di cui Carmine Grimaldi era responsabile per conto di Vincenzo Licciardi. Dopo la scissione interna effettuata da Giovanni Cesarano e da Gennaro Sacco, grazie all’appoggio di numerosi affiliati che aderirono ai Sacco-Bocchetti, ne è scaturita la formazione di un gruppo autonomo egemone a San Pietro a Patierno. In passato erano già stati condannati numerosi esponenti del clan tra cui CiroBocchetti, Vincenzo Caiazzo e Antonio Zaccaro, con il ruolo di vertice.

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