Sarah, il pm: “Patto familiare scellerato, Sabrina ossessionata”

di Redazione

 TARANTO. L’uccisione di Sarah Scazzi sarebbe stato il frutto di un “patto familiare scellerato” tra i coniugi Misseri e Sabrina, poi rotto da “zio Michele”, che però, dopo aver accusato la figlia, ha ritrattato attribuendosi ogni responsabilità. Tuttavia, Michele non avrebbe assistito al delitto.

E’ la tesi del pm Mariano Buccoliero avanzata durante la requisitoria al processo sull’omicidio della 15enne di Avetrana (Taranto), strangolata e gettata in un pozzo nelle campagne del paese, in contrada Mosca, il 26 agosto 2010.

Dell’uccisione sono accusate la cugina Sabrina Misseri e la madre di quest’ultima, Cosima Serrano, mentre il padre di Sabrina e marito di Cosima, Michele Misseri (che da due anni si addossa la responsabilità del delitto dopo aver accusato la figlia in un primo momento), risponde di concorso in soppressione di cadavere.

“Questo non è – ha detto il pm – il processo delle lacrime di Sabrina e Michele o del silenzio di Cosima, ma della morte di Sarah”. “In questo processo – ha poi sottolineato Buccoliero – gli imputati hanno detto una serie di falsità, a cominciare da Michele Misseri che si accusa del delitto ma non ha neppure visto uccidere Sarah. Lui, riferendo che era stata la figlia Sabrina, per poi tornare ad accusarsi del delitto, ha rotto un patto di famiglia scellerato”.

Per il pubblico ministero Misseri non poteva, in quattro minuti, come si evince dalle loro stesse dichiarazioni, aver ucciso Sarah, cercato di coprire il corpo ed essere uscito dal garage per parlare con Sabrina che già era in veranda. Il delitto sarebbe stato commesso in casa, dove in quel momento c’erano tre persone: Sabrina, Cosima e Michele.

“Lasciamo stare le chiacchiere di Michele Misseri, – ha continuato il pm – questo è il processo di Sabrina Misseri, che ha sempre negato persino che Sarah quel giorno sia arrivata a casa sua, tirando fuori la storia del rapimento, e del suo risentimento e della sua gelosia nei confronti di Sarah per il rapporto con Ivano Russo”.

Poi il pm traccia un profilo di Sabrina, evidenziando la gelosia nei confronti di tutte le ragazze che giravano attorno a Ivano Russo. “Nel suo diario Nel suo diario – ha detto Buccoliero – la mattina del 26 agosto 2010, giorno del delitto, Sarah scrive ‘Sabrina ieri sera si è arrabbiata con me perché quando c’è Ivano, lui sta sempre con me. Almeno lui mi coccola. Ma ormai ci sono abituata’. Il litigio – spiega il pm – era avvenuto poco prima che Sabrina e Sarah si vedessero in un pub del paese con le amiche. Proprio le amiche testimoni lo ricordano, ma Sabrina no”. Per il pm “non c’è dubbio che anche Ivano Russo in aula non ha detto tutto quello che sapeva”.

Il pm ha incalzato: “E il festival delle menzogne”. Ad esempio ha rilevato che “tutti sapevano che era innamorata di Ivano, tranne lei”. Buccoliero, sempre citando dei testimoni, l’ha definita “una ossessione”. E a questo proposito ha stigmatizzato il comportamento di Ivano Russo rilevando “che lui non si era mai accorto che cosa volesse Sabrina esattamente da lui”, nonostante i “4.500 sms scambiati”. “Hai voglia a dire che non si era mai accorto”, ha continuato. La realtà, secondo il pm, è che il tempo “della protezione” di Sabrina per Sarah “era passato”. Nell’ultimo periodo nei rapporti ècambiato tutto, reciprocamente. Come ha descritto bene la madre di Sarah, Concetta. La lite della sera precedente al delitto è il frutto del progressivo deterioramento del rapporto, alimentato anche dalle insicurezze di Sabrina che si sentiva inadeguata anche fisicamente nei confronti di Ivano Russo”.

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