Federico Del Prete, presentato il libro-verità sull’omicidio

di Redazione

Federico Del PreteMONDRAGONE. Federico Del Prete, venditore ambulante, medaglia d’oro al valor civile, perse la vita per mano della camorra casertana, a Casal di Principe.

La sua colpa quella di aver denunciato le estorsioni ai danni dei venditori ambulanti operate da un vigile urbano corrotto. La sua storia è ripercorsa nel libro: “A testa alta” di Paolo Miggiano.

Alla libreria Guida di Port’Alba, a Napoli, presentano il volume membri di Libera, istituzioni e magistrati, tra cui Egle Pilla e Raffaele Cantone. C’è anche il figlio di Federico, Gennaro, che racconta il suo papà…

Nativo di Frattamaggiore (Napoli), Federico Del Prete, venditore ambulante, sindacalista dello S.n.a.a (Sindacato nazionale ambulanti), fu ucciso a Casal di Principe il 18 febbraio 2002. Aveva 44 anni. La sua storia si snoda nel contesto della camorra casertana, dedita alle estorsioni nei mercati rionali e all’imposizione attraverso subdoli metodi di mercato, delle buste di plastica, che venivano offerte settimanalmente al prezzo di cinque euro il chilo, quando poi alla fonte costavano appena un euro e ventitré centesimi.

Del Prete operava in un settore particolarmente delicato, in cui attraverso i suoi iscritti e la sua attività di denuncia, come numerosi esposti da lui firmati lo dimostrano, hanno evidenziato l’enorme malaffare diffuso nei comuni di Casal di Principe, Capua, San Marcellino, Mondragone, Villa Literno, nel casertano, e nelle zone di Frattamaggiore, San Giovanni a Teduccio, Acerra, nel napoletano, tutte zone ad alto rischio criminale.

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Il movente dell’omicidio, pertanto, è strettamente collegato al suo ruolo di sindacalista, svolto con grande attivismo, tanto da aver denunciato dapprima, gli abusi e le irregolarità amministrative riscontrate nel corso delle fiere settimanali fino a spingersi a far luce sulle estorsioni di cui erano sistematicamente vittime i venditori ambulanti.

In particolare, venne accertato che, circa un anno prima, Del Prete aveva presentato una denuncia che aveva consentito l’arresto di un vigile urbano di Mondragone, per il reato di estorsione, a seguito del quale venne instaurato un processo davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nel cui ambito il sindacalista avrebbe dovuto testimoniare proprio il giorno seguente il suo omicidio. Nel 2009 un pentito di camorra, Antonio Corvino, reo confesso dell’omicidio, è stato condannato a quattordici anni di reclusione.

A Mondragone, luogo delle sue battaglie e casa dei suoi assassini, è stata inaugurata, con la partecipazione dell’associazione “Libera”, una sede antiracket in suo nome. Diverse strade nell’agro aversano e nel napoletano hanno il nome di Federico Del Prete. Nel mese di ottobre 2009 su un terreno confiscato al boss Francesco Schiavone, alias “Cicciariello”, cugino omonimo del capoclan detto “Sandokan”, a Santa Maria la Fossa è stata inaugurata un’area mercato a lui intitolata.

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